Covid Moonshot, una rete basata sulla scienza aperta per rendere i farmaci accessibili a tutti
Cronache della ricerca #289
Nel marzo del 2020, un gruppo internazionale di scienziati ha fondato COVID Moonshot, un consorzio non profit e basato sul principio della scienza aperta. L’obiettivo è favorire la scoperta e lo sviluppo di farmaci antivirali contro COVID19 e altre future pandemie, che posseggano tre caratteristiche: costi accessibili a livello globale, classificabili come generici e di facile produzione. Si tratta di una rete mondiale collaborativa senza precedenti, che ha portato in tempi rapidi all’identificazione di composti dotati di una soddisfacente attività contro la principale proteasi di SARSCoV2, ora nella fase preclinica, con la prospettiva di avere un composto per i test sull’essere umano per il 2024. Il consorzio COVID Moonshot sta lavorando ad altri antivirali (contro i virus West Nile, Dengue, Zika e altri). Ma va considerato il problema – ben noto – dei costi. Con l’approccio COVID Moonshot, non ci sarà protezione da brevetto e i farmaci andranno direttamente sul mercato dei generici: qualunque azienda potrà produrli, e i prezzi saranno sicuramente molto più bassi. Un approccio che può cambiare profondamente il percorso di sviluppo di nuovi farmaci. Ne scrive per noi Davide Lovisolo.
A proposito, serve un ripasso delle lezioni apprese durante la pandemia? Anthony Fauci, in visita alcuni mesi fa in Italia, le ha magistralmente riassunte in una conferenza all’Accademia dei Lincei, il cui video riproponiamo qui.
Per chi è di fretta (ma il video merita…) ecco la lista delle 10 “lessons learned” di Fauci:
Expect the unexpected
Act early and rapidly with public health intervention and countermeasure development
Global information sharing and collaborative are essential
Existing clinical trials infrastructures should be utilized
Prior scientific advances enable rapid countermeasure development
Prototype and priority pathogen approaches enable pandemic preparadness
Increase attention to the human/animal interface
Longstanding systemic health and social inequities drive pandemic disparities
Misinformation and cospiracy theory are enemies of pandemic control
For Covid-19 “It ain’t over ‘till it’s over”
Alla COP28 di Dubai sotto l’occhio attento di Sultan Ahmed al-Jaber proseguono le negoziazioni per decidere se nel documento finale comparirà il phase out delle fonti fossili o, come è successo alla COP26 di Glasgow con un colpo di mano dell’ultimo minuto, un più modesto phase down. Oppure, vista l’aria che tira, un bel niente. Il diavolo sta nei dettagli, quindi l’eliminazione o la riduzione riguarderà i cosiddetti “anabated fossils”, cioè carbone, petrolio o gas le cui emissioni non sono state catturate e stoccate all’origine. Ma questi impianti capaci di abbattere le emissioni dei fossili ci sono già'? Quanto sono in grado di abbattere? Sono sicure? Quanto costano? Risponde a queste domande un articolo di Carbon Brief, una delle fonti migliori sul clima. Da cui si capisce che è lo stesso concetto di “anabated” a non essere chiaro, e che si può peraltro abbattere ben poco rispetto ai 37 miliardi di tonnellate di CO2 che ancora oggi emettiamo all’anno. Intanto però il business di togliere la CO2 dall’atmosfera sta esplodendo, soprattutto negli Stati Uniti.
Fra i vari settori da decarbonizzare c’è anche il trasporto marittimo, a cui Scienza in Rete dedica un articolo firmato da Riccardo Lo Bue. Già durante la COP27 il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre e l’inviato speciale degli Stati Uniti per il clima John Kerry avevano lanciato la Green Shipping Challenge per incoraggiare paesi, porti, aziende e altri attori nella catena del valore del trasporto marittimo a impegnarsi concretamente annunciando iniziative per la riduzione delle emissioni. Il 5 dicembre alla COP28 è stata rilanciata la Green Shipping Challenge con obiettivi più ambiziosi. Ciò che rende immane - e secondo non pochi ormai persa - la sfida di restare sotto la soglia di 1,5°C di riscaldamento è che tutto, ma proprio tutto, andrà cambiato molto in fretta, stando attenti a non consumare il risicato budget di CO2 che possiamo ancora buttare in atmosfera.
Il più potente lampo di raggi gamma cosmico mai registrato ha modificato l’alta ionosfera terrestre. Lo studio di un gruppo di ricerca italiano, pubblicato su Nature Communication, dimostra che esplosioni cosmiche possono temporaneamente danneggiare lo schermo naturale che ci protegge dalle radiazioni solari.
Il 9 ottobre 2022, alle 15:21, tutti gli osservatori spaziali di alta energia in orbita attorno alla Terra e nello spazio interplanetario hanno rivelato il più forte lampo di raggi gamma (GRB) mai osservato: era il risultato dell’esplosione di una supernova distante 1,9 miliardi di anni luce da noi. Questo evento, denominato dagli astrofisici GRB221009A, è risultato essere uno dei più brillanti arrivati sulla Terra negli ultimi 10.000 anni. È stato eccitante scoprire come questo lampo di raggi gamma, incredibilmente intenso e di lunga durata (circa 800 secondi), abbia causato un macroscopico cambiamento del campo elettrico, che ha subito un aumento di circa 60 volte: un effetto mai rivelato prima.
Ne scrive su Scienza in rete l'astrofisico Pietro Ubertini
La violenza contro le donne inizia ancora prima dell’adolescenza, ma in questo periodo comincia a manifestarsi nelle forme più insidiose. La Fondazione Libellula ha realizzato una survey che racconta come questo fenomeno sia già diffuso tra ragazzi e ragazze adolescenti. «All’incirca 1 persona su 3 tra ragazzi e ragazze non riconosce gli atteggiamenti di controllo come una forma di violenza, incasellando invece tali comportamenti come sfaccettature inevitabili di una relazione amorosa. Tra questi comportamenti annoveriamo, ad esempio, dire al/la partner che vestiti indossare, chiedere di geolocalizzarsi o controllare di nascosto il suo telefono (anche attraverso profili altrui)», spiegano Giulia Greppi ed Eleonora De Stefanis nell’articolo di Secondo Welfare che riprendiamo su Scienza in Rete.
Segnalazioni
🏆Il 14 dicembre si disputa la finalissima del Premio nazionale di divulgazione scientifica Giancarlo Dosi, presso il CNR di Roma. I quindici libri finalisti sono divisi in 5 categorie. Le terne si sfideranno dando la parola per 2 minuti a ciascun autore. Quindi seguiranno le votazioni di giurati e pubblico per decretare i vincitori delle diverse categorie e poi la vincitrice/vincitore assoluta/o. Fra i quindici finalisti è presente anche “Il capitale biologico” di Luca Carra e Paolo Vineis, che se la vedranno con autori e autrici agguerriti e di grande qualità. Per vedere la lista dei 15 e magari partecipare alla manifestazione come votanti (anche online) clicca qui.
🏆È da poco stato pubblicato il bando relativo alla tredicesima edizione del premio della fondazione Libi Lorini. Il premio di 40.000 euro è riservato a una pubblicazione di un ricercatore under 40, laureato in Italia in Medicina e Chirurgia, o in Biotecnologie, Scienze Biologiche, Scienze Farmaceutiche e Farmacologiche, su argomento oncologico o AIDS. La richiesta di partecipazione deve essere inviata entro il 31 gennaio 2024. Per maggiori informazioni www.fondazionelorini.it
Contribuisci anche tu a una “società della conoscenza”
Forse non tutti sanno che la nostra rivista è stata fondata insieme a Pietro Greco nel 2009. Il suo contributo è stato fondamentale e ha dato una impronta inconfondibile a Scire (come la chiamiamo confidenzialmente), e che speriamo non sia andata perduta con la sua scomparsa il 18 dicembre 2020. Abbiamo voluto ricordare il contributo di Pietro con questo libro, che raccoglie buona parte della sua multiforme attività per la rivista. Per tutte le donazioni a partire dai 30 euro e per qualsiasi donazione ricorrente ti invieremo un link da cui scaricare gratuitamente l’ e-book Per una società della conoscenza. Con tutta la redazione di Scienza in rete ti ringrazio e ti auguro buone feste. (lc)
Anche per questo articolo darò il mio sostegno a Scienza in Rete. Cordilamente Daniela De Nuzzo
Grazie per questo interessante articolo, mitico Davide!