Dopo l’alluvione dell’Emilia Romagna va ripensato tutto
Cronache della ricerca edizione speciale

Evento eccezionale ma non irripetibile, l'alluvione del 16-17 maggio 2023 che ha allagato un terzo della pianura romagnola, con altissimi costi umani ed economici, sfida i luoghi comuni e i vecchi modi di agire. D’ora in poi deve essere chiaro che questi eventi estremi non saranno evitabili. Si dovrà imparare a conviverci preparandosi meglio, e soprattutto mettendo in atto misure più radicali e adatte al cambiamento climatico in atto, come ridare spazio ai fiumi allontanando case e stabilimenti dal loro alveo, e applicare soluzioni diversificate, anche “basate sulla natura”. Per l’anniversario dell’alluvione, un long form di Luca Carra su Scienza in rete.
Sempre le solite parole. E’ davvero imbarazzante. Miliardi spesi in opere che non servono a nulla perché elaborate con la logica emergenziale. Non c’è un progetto complessivo e meno che meno regolamenti e norme certe. E’ sempre tutto basato sul si deve fare così ,ma …… il solito modo di fare all’italiana dove per mantenere il propio interesse si concedono deroghe dove tutti sguazzano. Provate a fare un giro nelle aree alluvionate e in generale in tutta la pianura padana e guardate lo stato dei fossi e dei canali minori. E’ uno schifo. Nessuno si carica della propria responsabilità. Nessuno si preoccupa, anzi chiudono palesemente gli occhi , amministratori e privati interessati, tanto se succede qualcosa, basta invocare al disastro, per avere in cambio qualcosa .