Anche le metropoli possono essere ambienti ricchi di specie animali. Secondo un recente studio sono ben 51 le specie di mammiferi che vivono a Roma, e alcune di esse sono rare e protette. Nel corso degli ultimi due secoli, però, molte specie sono scomparse, in particolare quelle legate alle zone umide, stagni, laghetti e paludi, habitat importantissimi per la biodiversità e altamente minacciati. Un nuovo studio, pubblicato su Proceeding of The Royal Society B. ricostruisce la numerosità e distribuzione dei mammiferi a Roma negli ultimi due secoli, dimostrando che la città eterna è (o è stata) casa per un numero elevato di specie, incluse quelle rare. Tuttavia, l’espansione della città, l’inquinamento e, soprattutto la perdita o il degrado delle aree umide hanno causato la scomparsa di molte di queste specie nel tempo.
È quindi molto importante individuare gli ambienti che ospitano una maggiore biodiversità urbana e cercare di tutelarli dalla pressione della crescita urbanistica, e al contempo ripristinare gli ambienti degradati. Laura Scillitani ha intervistato Leonardo Ancillotto, ricercatore del CNR-IRET e primo autore dello studio.
🧑💻Intelligenza artificiale ed educazione: se ne parla forse troppo poco, almeno rispetto ad altri ambiti applicativi dell’AI. Eppure, quello del rapporto fra AI ed educazione è forse il tema più trasversale: non solo nell’apprendimento scolastico, ma in ogni ambito, la formazione deve fare i conti con le possibilità aperte dall’AI. Mai come in questo settore è necessario un approccio critico a queste tecnologie. In particolar modo alle intelligenze artificiali generative, in grado di generare autonomamente testi e immagini, che hanno implicazioni immense per l’educazione, la didattica, l’apprendimento. Lorenzo Perin ha intervistato su questo argomento Paolo Bonafede, ricercatore in filosofia dell’educazione all’Università di Trento.
🔬Il 2024 è un anno di traguardi importanti per il mondo della Citizen science, la ricerca scientifica che coinvolge attivamente i cittadini. Dal monitoraggio della biodiversità, alla qualità dell’aria e dell’acqua, alla salute pubblica, fino al campo astronomico; sono davvero tanti i settori delle scienze dove ai cittadini si chiede di partecipare in prima persona. Sia in ambito italiano sia in ambito europeo, il 2024 è un anno importante: compie infatti il suo primo anno di attività l’associazione nazionale Citizen Science Italia, mentre la European Citizen Science Association (ECSA) è al suo decennale. Entrambe le realtà mirano a sostenere la diffusione e lo sviluppo della scienza dei cittadini, una modalità diversa di fare scienza, in continua espansione che permette di tessere un legame nuovo tra scienza e società. Giorgia Mocilnik ripercorre in questo articolo gli obiettivi, i traguardi e gli eventi delle due principali associazioni di riferimento a livello nazionale ed europeo.
🩺Dal 1 gennaio 2024, il contributo richiesto agli studenti stranieri per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale è balzato da 149,97 a 700 euro all’anno. Che diventano 2.000 per la copertura di eventuali familiari a carico. Per chi soggiorna in Italia per un periodo superiore ai tre mesi è fondamentale assicurarsi e avere così diritto alla scelta di un medico di medicina generale e a tutte le prestazioni erogate dal SSN sul territorio nazionale. Un aumento così accentuato risulta però molto penalizzante per i ricercatori internazionali, molto dei quali arrivano dai paesi del Sud del mondo. Ne scrive Rosy Matrangolo, che ha chiesto un commento all’associazione Associazione dottorandi e dottori di ricerca (ADI).
Eva Mameli Calvino è stata molto più che la madre del noto scrittore. Questo è emerso con molta vivacità dal dialogo tra Eva Benelli e Silvia Bencivelli, autrice del recente libro Il dubbio e il desiderio (Electa editore), dedicato alla figura di Eva Mameli Calvino, botanica e naturalista, prima donna a conseguire la libera docenza in botanica in una università italiana.
Ricercatrice e docente in un’epoca in cui alle donne scienziate era riservato uno spazio minimo, ha vissuto una vita vivace e interessante tra la Sardegna, Cuba e la Liguria. Se è una donna meno raccontata di quanto si meriterebbe lo si deve al suo essere austera e riservata, mentre è stata estremamente attiva e impegnata anche nella divulgazione e formazione. Se hai perso il webinar, puoi risentirlo collegandoti al sito di Scienza in rete.
Come Research4life ha ricordato più volte, il nostro Paese ha recepito la Direttiva europea che tutela il benessere degli animali usati a fini scientifici introducendo due ulteriori divieti. La loro applicazione è attualmente prorogata a luglio 2025, ma, una volta applicati, renderebbero la ricerca impossibile. Il primo è il divieto di usare animali per la ricerca sugli xenotrapianti d’organo, proprio la ricerca che recentemente ha portato al primo trapianto di un fegato suino su un paziente vivente. Il secondo riguarda l’uso degli animali per gli studi sulle sostanze d’abuso. A proposito di questo secondo divieto, e del ruolo cruciale del modello animale in questi studi, su Research4life è stata intervistata Esi Domi, ricercatrice del Center for Neuroscience – Scuola di Scienze del Farmaco e dei prodotti della salute, dell’Università di Camerino Perché gli animali sono così importanti in questo tipo di studi? Fino a che punto possono aiutare, per ora, i modelli alternativi? E cosa succederebbe, nei fatti, con l’applicazione del divieto? Tutte le risposte su Research4life.
Appuntamenti e segnalazioni
🗓️Dal 3 al 6 aprile si tiene a Vienna il quinto congresso della European Citizen Science Association (ECSA), focalizzato sul tema “Change”, per affrontare diversi approcci al cambiamento, da tutti i tipi di prospettive, nell'ambito della citizen science e della ricerca partecipativa. Qui per maggiori informazioni e per seguire l’evento in streaming.
🗓️ Mercoledì 17 aprile alle ore 18 webinar “Malattie genetiche e test del portatore”, organizzato dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, rivolto a medici e mediche di famiglia, ginecologia e ostetricia, genetica medica, medicina generale e ostetrici e ostetriche. La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa in Europa: riduce l’aspettativa di vita e costringe a pesanti terapie quotidiane, perché non esiste ancora una cura risolutiva. In Italia, una persona su 30 è portatrice sana di una delle mutazioni genetiche che la provocano e quasi sempre non lo sa. Una coppia formata da due portatori sani, a ogni gravidanza, ha una probabilità del 25% di avere un figlio malato. Qui per informazioni e per iscriversi.
🌳L’associazione Rinascimento Green lancia a maggio la SICER, Scuola Italiana Comunità Energetiche Rinnovabili, il primo corso in Italia per promotori di comunità energetiche rinnovabili. Lo scopo è fornire competenze realmente utili per avviare da subito una comunità energetica rinnovabile, promuovendo una visione della transizione ecologica come occasione irripetibile per garantire benefici duraturi in termini economici e sociali e favorendo concretamente la rinascita dei territori. Qui maggiori informazioni.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera aperta di Gianfranco Biondi, già professore di Antropologia alle università di Torino e dell’Aquila. Vista la gravità della situazione in Medio Oriente, il tema merita un dibattito. Per i vostri commenti potete scrivere a info@scienzainrete.it
No alla interruzione dei rapporti con le Università, gli Istituti di ricerca e gli scienziati israeliani - Lettera aperta agli scienziati italiani
Colleghi,
nelle Università e negli Istituti di ricerca del nostro Paese si sta interrompendo o si sta prendendo in considerazione la possibilità di interrompere le collaborazioni con le Università, gli Istituti di ricerca e i colleghi scienziati israeliani.
Ritengo che tutto questo sia sbagliato e penso che la comunità scientifica del nostro Paese si debba opporre a questa pratica.
Il nostro Paese ha sperimentato nel periodo più buio della sua storia nel secolo Ventesimo l’espulsione di scienziati ebrei dalla comunità scientifica nazionale.
Non possiamo, non dobbiamo permettere che oggi ci venga chiesto di rinunciare alla collaborazione con i colleghi israeliani. Le giustificazioni che vengono addotte per interrompere la collaborazione con i colleghi israeliani non sono condivisibili. I nostri colleghi israeliani, così come noi, vivono in uno stato di democrazia occidentale, nel quale è possibile esprimere anche l’opposizione al proprio Governo.
Colleghi scienziati italiani, rifiutiamo la richiesta di rinunciare alla collaborazione con i colleghi scienziati israeliani.
Gianfranco Biondi
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