Interfacce cervello-computer: ecco perché Neuralink è solo uno dei tanti attori in gioco
Cronache della ricerca #296

Dopo un post euforico di Elon Musk su X, Neuralink si è seduta al tavolo delle aziende che hanno impiantato un dispositivo di interfaccia cervello-computer nell’essere umano. Un commensale ingombrante e non particolarmente trasparente, questo è certo: le informazioni scarseggiano. Le uniche fonti sulle sperimentazioni in corso sono la brochure di reclutamento dei candidati e i post di Elon Musk sul social X. Ma a parte questo aspetto, che pure desta più di qualche perplessità nella comunità scientifica, Neuralink - l’azienda di neurotecnologia fondata nel 2016 da Musk - è ancora lontana dall’occupare la posizione di capotavola. Nonostante l’attenzione mediatica, infatti, l’impresa di Neuralink si inserisce in un crescente panorama di aziende e accademie dedite allo sviluppo di sistemi di comunicazione tra cervello e dispositivi elettronici, tanto che la rivista scientifica Nature aveva già definito il 2023 “l’anno delle interfacce cervello-computer”. Ma se l’idea non è quindi così rivoluzionaria, cosa rende l’impianto di Neuralink diverso? Ce lo spiega Camilla Orlandini, che descrive per noi il panorama degli sviluppi recenti nel campo, evidenziandone promesse e limiti.
👩🔬Domenica 11 febbraio ricorre la Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza. Raccontiamo allora la storia di Nancy Hopkins, biologa del MIT, che con le colleghe ha portato avanti una lunga e impegnativa battaglia per la parità di genere in uno degli istituti di ricerca più prestigiosi del mondo. Partendo da un semplice metro a nastro (oggi conservato al museo del MIT), con cui misura le dimensioni dei laboratori, a partire dal suo, dimostra che quelli delle scienziate sono sistematicamente più piccoli di quelli dei colleghi. Nancy Hopkins riesce così a coinvolgere le colleghe, quindi il preside del dipartimento di Scienze e poi il presidente stesso del MIT, Chuck Vest, fino ad arrivare a un rapporto pubblicato nel 1999 (con la prefazione dello stesso Vest), da cui emergono decenni di marginalizzazione delle donne, che avevano stipendi inferiori, meno disponibilità di fondi e di spazio. Per il MIT è un momento di dolorosa presa di coscienza. Vale la pena di ripercorrere la storia di Nancy Hopkins e delle sue colleghe, perché la guerra dell’uguaglianza di genere non è ancora vinta e i pregiudizi sono durissimi a morire. Lo fa per noi Patrizia Caraveo, Direttrice dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano.
🦹È aperta ad accesso libero fino al 22 febbraio la mostra Complottismo, fake news e altre trappole mentali, due nuove sale del Museo della Filosofia, iniziativa unica al mondo lanciata dall’Università di Milano. La mostra, inaugurata da pochi giorni, offre un percorso interattivo non solo interessante, ma anche divertente, attraverso i meccanismi cognitivi e le trappole mentali che portano a costruire, diffondere e dare credito alle teorie del complotto. E ci conduce a capire - con l’aiuto di un videogioco, pillole di esperti, cartoni animati ed enigmistica - come i semi da cui può germogliare la mentalità complottista siano in realtà nella testa di ciascuno di noi. La mostra si avvale di una nutrita serie di strumenti visivi e installazioni interattive, ribaltando completamente l’idea preconcetta di filosofia come materia specialistica, austera e magari un po’ polverosa: al contrario, unisce al rigore metodologico un linguaggio comunicativo vivace, chiaro e coinvolgente, che la rende accessibile a tutti.
Natalia Milazzo ha intervistato Paolo Spinicci, Anna Ichino e Clotilde Calabi, docenti del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Milano e curatori della mostra.
🌳Il riscaldamento globale sta impattando sulle montagne in tutto il mondo, e le Alpi non sono un'eccezione. Le specie animali che ci vivono, tra cui stambecchi e lepri alpine, sono messe a rischio. Con l’aumento delle temperature nel periodo primaverile e estivo, gli stambecchi salgono di quota e diventano più attivi durante la notte per evitare il caldo diurno, ma ciò li espone a maggiori rischi di predazione. A dimostrarlo è uno studio condotto nel Parco nazionale del Gran Paradiso e nel Parco nazionale svizzero dall’Università degli Studi di Sassari in collaborazione con l'Università degli Studi di Ferrara. Anche le lepri alpine stanno affrontando sfide simili: come dimostra uno studio condotto da ISPRA e Università degli Studi di Torino in Valle Orco, ugualmente nel Parco nazionale del gran paradiso, le lepri europee si stanno espandendo verso altitudini più elevate, minacciando le lepri alpine a causa della competizione alimentare e della possibilità di ibridazione. I cambiamenti climatici mettono a rischio la sopravvivenza di specie uniche, richiedendo interventi su scala globale per limitare le emissioni e misure locali per proteggere gli habitat sensibili. Ne scrive su Scienza in rete Laura Scillitani, biologa ed esperta di conservazione e gestione di grandi mammiferi.
📖Mentre aumenta la consapevolezza che la salute di ciascuno di noi è in grande parte nelle nostre mani – tema che offre terreno fertile al fiorente mercato di sempre nuovi e non sempre attendibili rimedi, metodi, manuali per rimanere sani – cresce anche però la sensazione che farsi un’opinione su ciò che può essere utile o dannoso per la nostra salute non sia affatto semplice. Antonio Bonaldi, medico, una lunga esperienza professionale e scientifica nell’ambito della sanità pubblica, parte da questa constatazione per guidare il lettore nel mondo della medicina, con rigore e chiarezza. Nel volume Salute, medicina e dintorni (Torri del Vento Edizioni, 2023) raccoglie una serie di riflessioni su un ampio ventaglio di temi che riguardano la salute, mostrando come ogni problema vada approcciato in modo sistemico, aggiungendo allo sguardo sulle cose quello sulle relazioni. Ci guida da questa prospettiva attraverso la medicina, mettendone in evidenza contraddizioni e incertezze, e offrendo al lettore elementi per capire e consigli per decidere meglio come occuparsi della salute propria e di quella del Pianeta. La recensione di Natalia Milazzo.
La sindrome di Rett è classificata come malattia rara, ma è anche la seconda causa di ritardo cognitivo tra le femmine. Si tratta di una malattia genetica per la quale non è oggi disponibile alcuna cura. La ricerca al riguardo, però, progredisce rapidamente e, soprattutto negli ultimi anni ha portato a conoscere sempre meglio questa patologia e i suoi meccanismi. Il modello animale per questa ricerca è fondamentale. R4life ha intervistato Nicoletta Landsberger, professoressa all’Università di Milano e coordinatrice dell’Unità di ricerca Rett Syndrome and Neurodevelopmental Disorders del San Raffaele, impegnata da oltre dieci anni nello studio della sindrome di Rett.
Appuntamenti e segnalazioni
💻Continua oggi venerdì 9 febbraio a partire dalle 10.30 la diretta in streaming del Darwin Day di Milano sul sito e sul canale YouTube di Scienza in rete. Giunto alla sua ventunesima edizione milanese, il Darwin Day quest’anno si interroga sui grandi temi delle origini della nostra specie e della sua evoluzione e sui molteplici percorsi intrapresi nel corso di questa straordinaria narrazione. Qui il programma completo.
🗓️ Oggi, venerdì 9 febbraio alle 18.30 a Milano alla libreria Orti Letterari di via Orti 19 presentazione del libro Io le patate le bollo vive - Ricerca, sperimentazione animale, vita. I due autori Giuliano Grignaschi e Roberto Sitia dialogano con Luca Carra.
🗓️ Lunedì 19 febbraio a Milano al Teatro Pacta in via Ulisse Dini 7 dalle 18.30 alle 20.00 si terrà la premiazione del contest di testi teatrali L’Ambiente in un Atto, promosso da Legambiente in collaborazione con il Teatro Pacta di Milano. La premiazione sarà seguita dalla lettura scenica dei tre testi vincitori. Qui maggiori info.
🔬La Fondazione Golinelli e G-LAB realizza in collaborazione con l’Istituto di Genomica Applicata (IGA) il corso online Tecnologie avanzate di bioinformatica, articolato in videolezioni esplicative e tutorial pratici, indirizzato a ricercatrici e ricercatori, tecnici di laboratorio, personale sanitario, dottorande e dottorandi, studentesse e studenti universitari. Le iscrizioni al corso sono aperte dall’ 8 gennaio al 31 maggio 2024. Qui tutte le informazioni.
A Sanremo potrebbero arrivare rappresentanti degli agricoltori, magari accompagnati da una mucca. La protesta che chiede di non ridurre i pesticidi, non mettere a riposo il 4% dei terreni, e altre battaglie di retroguardia, avrebbe così una platea di più di dieci milioni di persone. Scrivo queste righe prima che i riflettori si accendano all’Ariston e quindi vedremo se il Festival riuscirà a catturare anche questa istanza, riempiendo le prime dieci pagine dei giornali di domani. È un peccato che le ragioni di chi coltiva la terra, schiacciato dalla grande distribuzione e da un mercato globale senza freni, vengano messe in ombra da slogan retrivi. È anche un peccato che Amadeus e il suo staff non affianchino alla protesta dei trattori quella di ricercatori e ricercatrici sottopagati, o quella di scienziati del clima che mostrino come già l’anno passato il pianeta abbia raggiunto un riscaldamento di 1,5°C, al quale dovremmo stabilizzarci fra una ventina d’anni. E che invece supereremo, iniettando altro calore, altra benzina nella macchina degli uragani, delle alluvioni e delle micidiali ondate di calore. Ma non è colpa di Amadeus e dei suoi autori. È colpa nostra, che non sappiamo difendere le nostre ragioni, che siamo snob, e che non siamo creativi. E che non abbiamo i trattori.