Nei 6 giorni intorno al 1 aprile la stazione spaziale orbitante Tiangong-1 cadrà al suolo. Ma è difficile prevedere con accuratezza la data e il luogo dell'evento, così come la dimensione dei detriti che raggiungeranno la Terra. Si tratta della prima stazione spaziale lanciata dall'Agenzia nazionale cinese per lo spazio nel 2011 e abitata da due equipaggi per soli 20 giorni tra il 2012 e il 2013. Dal marzo del 2016 ha smesso di funzionare, unendosi alla massa di circa 7500 tonnellate di spazzatura spaziale in orbita intorno al nostro pianeta. Claudio Elidoro ha intervistato per Scienza in rete Alberto Buzzoni, astronomo dell'INAF e coordinatore del progetto PRISMA, per capire perché è così grande l'incertezza di questa previsione. Nell'immagine una rappresentazione artistica di Tiangong-1. Credit: China Manned Space Agency.
GLI IMPATTI DELLE DISUGUAGLIANZE SOCIOECONOMICHE SULLA SALUTE
Durante l'invecchiamento le condizioni socioeconomiche non solo accorciano la vita ma ne deteriorano la qualità, in modo paragonabile a quanto accade per altri fattori di rischio, come diabete, obesità, ipertensione, fumo e scarsa attività fisica. I ricercatori del progetto Lifepath hanno studiato l'associazione tra condizioni economiche e velocità di camminata dopo i 60 anni in una popolazione di circa 109 mila adulti, appartenenti a 24 Paesi diversi: Europa, Stati Uniti, America Latina, Asia e Africa. La velocità di camminata è stata scelta come misura della funzionalità fisica. Un uomo povero di 60 anni cammina alla velocità di un uomo ricco di 66,6 anni, mentre una donna povera di 60 anni cammina alla stessa velocità di una donna ricca di 64,6 anni. Per capire l'entità di questa associazione si consideri che la perdita di funzionalità dovuta al tabacco è di 3 anni negli uomini e 0,7 nelle donne, mentre quella dovuta all'ipertensione è di 2,3 per gli uomini e 3 per le donne. [The British Medical Journal; Silvia Stringhini, Lifepath Project]
In Gran Bretagna l'incidenza dell'obesità nei bambini e negli adolescenti dipende sempre di più dalle condizioni socioeconomiche. A mostrarlo è uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dello Univeristy College London e della Loughborough University, che hanno analizzato i dati relativi a peso, altezza e indice di massa corporea di circa 50 mila bambini britannici nati tra il 1946 e il 2001 (4 campioni di dati relativi alle nascite avvenute nel 1946, 1958, 1970 e 2001). Mentre per i bambini nati prima del 2001 un più basso livello socioeconomico era associato a un peso minore, per quelli nati nel 2001 vale il contrario. Le differenze di altezza tra le classi sociali sono diminuite nel tempo, fino quasi a scomparire. Il nuovo millennio ha portato anche un'accelerazione nell'aggravarsi dell'obesità dall'infanzia all'adolescenza. Per i bambini nati nel 2001 l'indice di massa corporea cresce tra i 7 e 15 anni più velocemente per i poveri rispetto ai ricchi, mentre procede alla stessa velocità per i nati prima del 2001. [The Lancet Public Health; David Bann et al.]
SE NON RIUSCIAMO A RIDURRE LE EMISSIONI, COMINCIAMO AD ADATTARCI
Il 22 marzo la International Energy Agency (IEA) ha pubblicato il bilancio sulla quantità di biossido di carbonio emessa nel mondo nel 2017, proveniente dallo sfruttamento di carbone, petrolio e gas naturale. Cattive notizie: dopo tre anni di emissioni stabili, lo scorso anno si è registrato un aumento dell'1,4%. È come se avessimo immesso nel sistema 170 milioni di automobili aggiuntive. Tra le ragioni di questo aumento la crescita economica globale del 2017, soprattutto nei Paesi asiatici, ma anche il boom di acquisti dei SUV negli Stati Uniti e in Europa, trainato dal calo dei prezzi della benzina. [The New York Times; Brad Plumer]
Entro il 31 marzo il ministro per l'ambiente francese, Nicolas Hulot, dovrà presentare al Consiglio di Stato un piano convincente di riduzione delle emissioni di inquinanti dell'aria. È attesa, invece, per fine aprile la decisione della Commissione Europea sulla procedura di infrazione di cui sono oggetto la Francia, insieme all'Italia e altri sette Paesi, sempre a causa del superamento dei limiti di concentrazione del particolato fine e degli ossidi di azoto. Queste violazioni sarebbero responsabili, solo in Francia, di 48 mila morti premature ogni anno. Il 27 marzo Hulot ha presentato un'agenda, che contiene delle misure aggiuntive per le sei regioni francesi interessate dal problema. Ma secondo Louis Cafford, avvocato dell'ONG Amis de la Terre che si è rivolta al Consiglio di Stato, l'agenda manca i punti fondamentali. [Le Monde; Stéphane Mandard]
L'adattamento, insieme alla mitigazione, è una delle due strategie con cui gli esseri umani stanno cercando di limitare gli effetti del cambiamento climatico. Se negli anni '80 erano privilegiate le strategie di mitigazione rispetto a quelle di adattamento, oggi queste ultime sono considerate sempre più importanti. Ecco la storia dell'ascesa delle strategie di adattamento e delle diverse accezioni che questa espressione ha assunto nel tempo. [Scienza in rete; Stefano Nespor]
RICERCA E SOCIETÀ
Il 21 marzo il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il bilancio di spesa per l'anno 2018, assegnando al settore della ricerca di base e applicata 176 miliardi di dollari. Si tratta del più alto livello di finanziamento mai stanziato e in aumento del 12,8% (oltre 22 miliardi) rispetto al 2017. La decisione del Congresso ignora dunque le richieste della Casa Bianca, che aveva proposto tagli consistenti ai fondi per le agenzie federali che si occupano di ricerca scientifica. I National Institutes of Health (NIH), per i quali Trump proponeva un taglio del 22%, ricevono un aumento dell'8,3 %. L'agenzia per l'ambiente EPA riceverà 8 miliardi di finanziamento, esattamente come nel 2017, scampando alla riduzione del 45% richiesta dalla Casa Bianca. [AGI; Patrizia Caraveo]
Nel libro 'Fifty Million Rising', Saadia Zahidi sottolinea un dato interessante: in molti paesi musulmani la percentuale di donne tra i laureati nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) è sensibilmente più alta che in Europa o negli Stati Uniti. In Iran il 70% di chi si laurea in discipline matematiche è una donna, negli Stati Uniti questa percentuale scende al 30%. Un gruppo di ricercatori, sulla rivista Psychological Science, sostiene che nei Paesi in cui le disuguaglianze di genere sono più forti, le donne scelgono i corsi di studi superiori non in base alle loro preferenze, ma alle possibilità di trovare un'occupazione e di avere uno stipendio più alto. La giornalista pachistana Rafia Zakaria non concorda pienamente con questa interpretazione. [Dawn; Rafia Zakaria, traduzione di Giusy Muzopappa/Internazionale]
Valutare l'efficacia di interventi di filantropia nei Paesi in via di sviluppo progettando studi controllati randomizzati. È stata questa l'idea di Michael Kremer, economista di Harvard University, per progettare interventi a sostegno della scolarizzazione in Kenya. E oggi questo esperimento potrebbe diventare un modello. [Scienza in rete; Alessandro Tavecchio]