Le convenzioni di diritto internazionale dovrebbero rendere la guerra meno disumana. Ma non ci riescono.
Cronache della ricerca #306
Il diritto internazionale umanitario nei conflitti armati è basato su due principi: la tutela dei non belligeranti e il divieto di causare sofferenze inutili. Nasce ufficialmente il 22 agosto 1864, data della prima Convenzione di Ginevra, che sanciva l’obbligo di soccorrere i feriti e i malati e l’inviolabilità dell'apparato sanitario, tra cui gli ospedali. Il 20 luglio 2023, il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha pubblicato il documento Una nuova agenda per la pace, che sollecitava gli Stati membri a lavorare per «raggiungere l’universalità dei trattati che vietano le armi inumane e indiscriminate». Pochi mesi, ed è arrivata l'ennesima conferma che nel terzo millennio le guerre ancora spingono la loro crudeltà ben oltre il raggiungimento degli obiettivi militari, come hanno sempre fatto fin dal passato più remoto.
Simonetta Pagliani passa in rassegna le Convenzioni attraverso cui si è articolato negli ultimi 150 anni il diritto internazionale umanitario e riflette sulle difficoltà nell’applicarlo realmente, facendo valere la giustizia penale internazionale di fronte alle pretese dei singoli Stati.
📖La guerra incide in modo profondo sulla salute delle popolazioni. Aumenta l’esposizione ai rischi per la salute: per esempio lo sfollamento porta all’esposizione a nuove infezioni, all’aumento della violenza, alla contaminazione ambientale. Ma indebolisce anche, a volte sino alla distruzione, i fattori di protezione della salute: le reti comunitarie, l’approvvigionamento idrico sicuro, i comportamenti positivi per la ricerca della salute, la stabilità sociale. Donne e bambini sono le prime vittime. Se ne occupa Maurizio Bonati, medico, già responsabile del Dipartimento di Salute Pubblica e del Laboratorio per la Salute materna e infantile dell’Istituto Mario Negri IRCCS di Milano, nel saggio Il cronico trauma della guerra (Il Pensiero Scientifico Editore), dal 2 maggio in libreria. Una rappresentazione corale, che delle guerre descrive le ricadute sulla salute, sulla vita e sul futuro delle persone e dei Paesi. E in cui ai dati, numerosi e solidi, si affiancano i vissuti, nella lettura che ne hanno dato scrittori, artisti, testimoni e operatori di pace. Su Scienza in rete ne diamo un’anticipazione.
🫂Uno studio sui pensieri relativi al suicidio svolto su un campione di oltre 4.000 studenti e studentesse delle scuole superiori sottolinea l’importanza del deterioramento delle relazioni umane nella nascita di questi pensieri nell’adolescenza.
Lo studio, condotto dal gruppo MUSA del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha confermato l’esistenza di un'associazione diretta tra il malessere psicologico e il pensiero sul suicidio, chiarendo però come, a esclusione di implicazioni psichiatriche, esso non determina, ma al contrario è determinato, dal deterioramento dell’interazione umana. La sfera sociale viene così a configurarsi come il principale oggetto di ricerca per comprendere e trattare il problema dei pensieri sul suicidio. Considerando il grave impatto sulla salute mentale degli adolescenti della pandemia di COVID-19 e della conseguente trasposizione in misura sempre maggiore delle interazioni sociali sul piano virtuale, lo studio mette in luceil bisogno di interventi mirati e contestualizzati, e il ruolo centrale e cruciale della scuola nel sostegno del benessere relazionale giovanile. Ne scrive su Scienza in rete Antonio Tintori, uno degli autori della ricerca.
🧬La fibrosi cistica è una delle malattie genetiche gravi più frequenti in Italia: uno ogni 3.000 neonati nasce con questa malattia, che costringe a molte terapie per tutto il corso della vita.
Ad oggi non esistono cure definitive, anche se negli anni la gestione dei sintomi è molto migliorata e i progressi della medicina hanno portato allo sviluppo di nuovi farmaci che stanno dando ottimi risultati; purtroppo sono efficaci per chi ha alcune mutazioni che provocano la fibrosi cistica, ma non per tutte. Nella maggior parte dei casi la nascita di un figlio con la fibrosi cistica è oggi un evento inaspettato. Infatti, un bambino o una bambina nascono malati quando entrambi i genitori sono portatori sani, condizione che interessa 1 persona su 30, ma della quale difficilmente si è consapevoli. Il test del portatore sano è in grado di identificare la maggior parte dei portatori sani di fibrosi cistica. Eseguirlo prima di iniziare una gravidanza significa, per le coppie, avere la possibilità di organizzarsi per scegliere il percorso più idoneo per loro. Natalia Milazzo ha intervistato la genetista Faustina Lalatta, che spiega alcuni aspetti importanti legati al test.
Troppo spesso la narrazione sulla sperimentazione animale è ancora distorta, priva di quelle informazioni che aiutano a comprenderne davvero regolamentazione, ragioni (anche etiche) e finalità. Raccontarla con una solida base di dati e riferimenti è lo scopo di Io le patate le bollo vive, saggio pubblicato da Einaudi e firmato da Roberto Sitia, medico e professore all’Università Vita-Salute San Raffaele, e Roberto Grignaschi, portavoce di Research4Life e responsabile del benessere animale all’Università degli Studi di Milano. Il saggio, finalista del Premio “Libro dell’Anno sull’Innovazione”, verrà presentato dai due autori al Galileo Festival di Padova Sabato 4 maggio.
Appuntamenti e segnalazioni
🗓️ Oggi 20 aprile alle 18 a Milano all'Auditorium di Largo Mahler nel contesto della rassegna “Musica & Scienza” verrà eseguito il brano “Four Seasons by Data”, che reinterpreta le Quattro stagioni di Antonio Vivaldi alla luce dei cambiamenti climatici (ne abbiamo parlato in questo podcast). Lo esegue l' Orchestra Sinfonica di Milano diretta da Ruben Jais e la partecipazione di Luca Mercalli. Qui maggiori informazioni.
🗓️ Dal 2 al 5 maggio si tiene a Padova il Galileo Festival - Festival della Scienza e Innovazione, che prevede decine di incontri con esperti di space economy, AI e robotica, tech per la salute, imprese innovative. Qui il programma completo.
🎓 Sono disponibili nella versione per comunicatori (3 crediti) e per giornalisti (5 crediti) sulla piattaforma di formazione a distanza Saepe i corsi FAD gratuiti “Trapianti: costruire la cultura del dono”, organizzati dal Centro Nazionale Trapianti, che si propone di fornire gli strumenti essenziali per comunicare questi temi con la dovuta accuratezza e completezza, considerate le implicazioni scientifiche e sociali che li accompagnano. Qui per maggiori informazioni.
Stellantis, l’azienda nata dalla fusione fra FCA (Fiat) e Peugeot e Citroen, sta abbandonando Torino e l’Italia. Le auto verranno prodotte in altri Paesi e l’indotto perde pezzi. La Lear di Grugliasco, che ha sempre prodotto sedili per la Fiat, ha messo i suoi 410 operai in cassa integrazione, oltre ai 3.000 dello stabilimento storico di Mirafiori. «È una crisi terribile. Noi ci siamo arrivati prima perché utilizziamo ammortizzatori sociali da più tempo, ma qui intorno toccherà a tutti», dice Mimmo Ciano, lavoratore della Lear e sindacalista della FIM CISL. «Il problema non è la transizione energetica, perché anche nelle auto elettriche vanno messi i sedili: Stellantis a Torino non fa auto elettriche, ma nemmeno diesel. Qui non fa più auto, e basta». Meno male che a raccontare queste cose c’è un bravo giornalista del Post, Isaia Invernizzi, premiato qualche anno fa con il Premio Piazzano per il giornalismo scientifico. Ebbene sì, anche questo è “giornalismo scientifico”, perché affronta qualsiasi argomento con rigore e una notevole capacità di leggere i dati. Durante la pandemia Invernizzi, che allora lavorava all’Eco di Bergamo, aveva contributo a far emergere i veri numeri dei morti della zona recuperando i dati dei morti dalle anagrafi e dal numero insolito di necrologi. E a proposito di dati, e disuguaglianze, ricordiamo che l'assemblea degli azionisti di Stellantis ha approvato con il 30% dei voti contrari lo stipendio dell'amministratore delegato Tavares che è di 23,5 milioni di euro a fronte dei 14,9 del 2022, con un incremento che supera il 55%.
Le guerre in corso a Gaza, in Cisgiordania e in Ucraina, sono il frutto della volontà di alcune nazioni come Israele, gli USA e in parte marginale perchè vassallo degli USA, l'Unione Europea di omologare il mondo in funzione dei propri interessi economici e di influenza culturale. Soprattutto a favore dei grandi potentati, ossia il settore militare, quello energetico e quello finanziario - ovviamente assoggettando i massmedia. Tutto questo a discapito delle classi medie, medio povere e poverissime - tra questi la platea debole dei pensionati. Sono questi ultimi soggetti a pagare, con servizi ridotti - vedi sanità, scuola, trasporti - e minori diritti. Con relativa ricaduta sulla qualità della vita e sul potere di acquisto. Con conseguente riduzione dei consumi e minore sviluppo. E BENE CHE L'OCCIDENTE COSIDDETTO CIVILIZZATO OPERI UN CAMBIAMENTO, VIRANDO VERSO MAGGIORE INTEGRITA' MORALE E TRASPARENZA D'INTENTI NEI CONFRONTI DEI CITTADINI. E CONSENTA A QUESTI ULTIMI MAGGIOR BENESSERE.
Non illudiamoci, chi comanda li mondo sono i costruttori di armi almeno da due secoli. Le guerre ci saranno sempre. Chi comanda e guida il mondo è il Dio denaro e con le armi scorre a fiumi.....