Partito il 6 maggio negli Stati Uniti il progetto All of Us Research Program, dei National Institutes of Health: raccoglierà i dati sanitari, genetici e sugli stili di vita di almeno 1 milione di cittadini. L'obiettivo è creare una base dati per la medicina di precisione. Credit: National Institutes of Health. Licenza: Public Domain.
CINA ALLA CONQUISTA DELLA SUPREMAZIA SCIENTIFICA: CHIEDE LA COLLABORAZIONE DI TUTTI
"La stazione spaziale cinese non appartiene solo alla Cina, ma a tutto il mondo. Tutti gli Stati, indipendentemente dalla loro dimensione e livello di sviluppo, possono prendervi parte". Sono queste le parole pronunciate dall'ambasciatore Shi Zhongjun, rappresentante della Cina presso le Nazioni Unite e altre istituzioni internazionali a Vienna il 29 maggio scorso. La Chinese Space Station (CSS) potrebbe essere operativa già nel 2022. Dall'altro lato dell'Atlantico le cose sembrano prendere la direzione opposta: l'amministrazione Trump prevede di interrompere i finanziamenti della NASA alla International Space Station nel 2025. E se l'ESA europea ha già stretto accordi con i colleghi cinesi che consentiranno agli astronauti europei di visitare la CSS, la legge statunitense vieta ogni coinvolgimento della NASA nei programmi spaziali della Cina. [Ars Technica; Eric Berger]
È stato lanciato la scorsa settimana a Shangai un nuovo centro di ricerca dedicato allo studio del cervello, lo Shangai Research Center for Brain Science and Brain Inspired Intelligence. Insieme al Chinese Institute for Brain Research, inaugurato a Pechino il 22 marzo scorso, dovrebbe diventare il teatro del China Brain Project, il progetto che intende condurre la Cina alle frontiere delle neuroscienze. Annunciato nel 2016 all'interno del piano quinquennale, il programma non ha tuttavia ancora ricevuto la luce verde dalle autorità nazionali. I tre pilastri di base del progetto sono stati delineati in un articolo pubblicato sulla rivista Neuron nel 2016 e ruotano attorno alla possibilità di guadagnare nuove conoscenze sul funzionamento dei circuiti che connettono tra loro i diversi tipi di neuroni. In attesa di un inizio ufficiale, i due istituti sono nati grazie ai finanziamenti delle amministrazioni cittadine e di altri istituti di ricerca e contano di stabilire una fitta rete di collaborazioni, sia con i centri clinici sul territorio sia con gli scienziati di altri Paesi. [Science; Dennis Normille]
Le scuole di fisica di Zhuhai e Guangzhou, entrambe nella provincia sudorientale cinese del Guangdong, recluteranno 140 ricercatori in tutto nei prossimi cinque anni. Da coloro che sono a inizio carriera, i post-doc, fino ai più esperti professori ordinari. E stanno cercando di ottenere il maggior numero di candidature dall'estero, Europa e Stati Uniti in particolare. Pietro Greco racconta di questa apertura e della stupefacente velocità a cui crescono gli investimenti in ricerca e sviluppo in Cina. [Scienza in rete; Pietro Greco]
FIPRONIL: PRINCIPIO DI PRECAUZIONE IN DISCUSSIONE?
Il 17 maggio scorso la Corte di giustizia dell'Unione Europea ha emesso una sentenza in cui accoglie il ricorso di BASF contro le limitazioni imposte nel 2013 dalla Commissione all'utilizzo del fipronil, il pesticida considerato, insieme ad altri tre insetticidi della famiglia dei neonicotinoidi, responsabile della moria delle api e di altri impollinatori. Di fatto la Corte ritiene che l'elevato grado di incertezza sugli effetti del fipronil sull'ambiente e la salute umana imponga di condurre un'analisi dei danni economici arrecati dalla limitazione del suo utilizzo. La Corte europea sembra affermare dunque che sul principio di precauzione prevalga in questo caso quello di proporzionalità, mettendo sullo stesso piano i danni ad ambiente e salute e le perdite economiche. Il principio di precauzione, presente nel diritto ambientale europeo all'Articolo 191 del Trattato di Lisbona, stabilisce che "in caso di rischio di danno grave o irreversibile, l'assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l'adozione di misure adeguate ed effettive". Stéphane Focaurt, il giornalista di Le Monde autore insieme a Stéphane Horel dell'inchiesta sulla Monsanto, si chiede se un simile precedente indebolirà la posizione dei Governi nelle contese future con le industrie chimiche. [Le Monde; Stéphane Foucart]
Nella stessa sentenza del 17 maggio la Corte di giustizia dell'Unione Europea si è espressa anche riguardo il ricorso, presentato da Bayer e Syngenta, su altri tre insetticidi appartenenti alla famiglia dei neonicotinoidi. In questo caso la Corte ha respinto il ricorso delle aziende chimiche che chiedevano un risarcimento per le restrizioni imposte dalla Commissione Europea nel 2013. Le limitazioni del 2013 sono state rinforzate poco più di un mese fa, il 27 aprile scorso, quando l'Unione Europea ha vietato del tutto l'utilizzo di questi stessi pesticidi nelle coltivazioni all'aperto, a causa delle crescenti prove scientifiche del fatto che causano danni alle api impollinatrici, sia addomesticate che selvatiche. Il divieto entrerà in vigore alla fine del 2018 in tutti gli Stati membri dell'Unione. [Financial Times; Rochelle Toplensky]
Il voto degli Stati membri dell'Unione sulla proposta, avanzata dalla Commissione già l'anno scorso, di vietare del tutto l'uso dei tre neonicotinoidi all'aperto era inizialmente fissata per dicembre del 2017. Ma gli Stati hanno deciso di attendere l'aggiornamento di uno studio condotto dall'EFSA (l'agenzia europea per la sicurezza alimentare) pubblicato a febbraio 2018. Al contrario di altri pesticidi, i neonicotinoidi non rimangono sulla superficie delle foglie ma penetrano all'interno della pianta e sono assorbiti dalle radici, dallo stelo, dal nettare e dal polline. Analizzando oltre 1500 pubblicazioni l'EFSA ha stabilito che le api sono esposte a livelli tossici di queste sostanze attraverso il polline e il nettare, ma anche la polvere dispersa quando i semi trattati vengono piantati. I neonicotinoidi interferiscono con il sistema nervoso centrale degli insetti, causando paralisi e morte. [Nature; Declan Butler]
RICERCA E SOCIETÀ
Nell'ambito del progetto 'Memorie di scienza', promosso da Zadig, Master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico" e INFN - Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Ilaria Ampollini e Alberto Brodesco hanno realizzato il documentario 'Veli di cristallo. Donne e Islam nell'Italia della ricerca scientifica'. Attraverso le testimonianze di nove donne di fede o origine islamica che lavorano nel campo della ricerca nel nostro Paese emerge una situazione tutt'altro che stereotipata. E quando gli viene chiesto perché hanno scelto la strada della scienza, alcune di loro fanno riferimento al detto di Maometto: "la cura per l'ignoranza è interrogarsi". [Scienza in rete; Ilaria Ampollini, Alberto Brodesco]
È iniziata una settimana fa la campagna di vaccinazione contro Ebola nella Repubblica Democratica del Congo, colpita dalla nona epidemia del virus in 40 anni. Si tratta di un vaccino sperimentale, usato sul campo solo in Guinea durante la coda dell'epidemia di Ebola che colpì l'Africa Occidentale nel 2015, e verrà somministrato inizialmente agli operatori sanitari, ai contatti dei malati e ai contatti dei contatti. Ma per massimizzare la probabilità che il vaccino riesca a contenere l'epidemia è necessario che raggiunga le persone giuste e che sia accettato dalle comunità locali. È per questo fondamentale un'attività di comunicazione e mediazione che tenga conto delle lingue parlate nelle zone colpite dal virus, e del background culturale delle comunità interessate. Un team di esperti è lì per questo. [The Atlantic; Ed Yong]
I negoziati sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea riguardano anche la partecipazione in numerosi progetti di ricerca e piattaforme tecnologiche. Tra questi c'è l'accesso ai dati raccolti dal satellite Galileo, costruito da ESA - European Space Agency con il contributo del Regno Unito, per offrire all'Unione Europea un sistema di posizionamento globale (GPS) indipendente da Stati Uniti, Cina e Russia. Nel caso in cui l'accesso fosse negato la Gran Bretagna promette di costruire un proprio satellite, ma è davvero possibile? Che strada prenderà la ricerca spaziale britannica se dovesse diventare nazionale? [The Guardian; Philip Ball]