Distrutte le coltivazioni di piante OGM, quando l'ideologia schiaccia la scienza
Cronache della ricerca #316
Il 13 maggio scorso è stata avviata in Lombardia una sperimentazione con piante editate con le Nuove Tecniche Genomiche, in Italia chiamate TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che in UE sono ancora considerate OGM. Era la prima sperimentazione in campo aperto in Italia e, come ha riportato Scienza in rete, rappresentava una vera conquista per la libertà di ricerca.
Pochi giorni fa, la pessima notizia: la coltivazione è stata distrutta, probabilmente da attivisti no-OGM.
Molti ignorano che 29 Paesi al mondo coltivano OGM e che ben 71 ne sono consumatori, inclusi gli Stati dell’UE, che ha già da tempo autorizzato 60 prodotti derivati da queste colture, che ci accompagnano quotidianamente a tavola, nell’abbigliamento e nelle cure ospedaliere.
Nell’UE però l’uso in agricoltura delle piante OGM è percepito come potenziale rischio per l’ambiente e la salute, per cui - con l’eccezione di Spagna e Portogallo - si è obbligati a non coltivarle, con evidenti svantaggi.
È un rallentamento frutto di ideologie e paure alimentate da una comunicazione carente, non corretta, spesso di parte e priva di confronto aperto. Le numerose ricerche scientifiche e le meta-analisi dimostrano che le piante autorizzate alla coltivazione dalle varie agenzie di controllo (FDA, EFSA, EEA e altre) hanno apportato in tutto il mondo solo benefici per gli umani e per l’ambiente. Ne scrive su Scienza in rete Eddo Rugini, biotecnologo agrario, già professore ordinario all’Università della Tuscia.
🔬Alessandro Liberati, di cui quest'anno ricorrono i 70 anni dalla nascita, è stato un grande produttore, elaboratore e promotore di conoscenze a supporto dell'universalismo in sanità. Cofondatore della Cochrane Collaboration e del Centro Cochrane italiano, ha svolto un importantissimo lavoro culturale, promuovendo il concetto di Evidence Based Medicine, medicina basata sulle prove (e non più la Eminence Based Medicine, basata sull’opinione di questo o quel singolo esperto). Con la sua energia e la sua attività incessante è stato in grado di promuovere gli strumenti culturali e le collaborazioni necessarie a supportare un Servizio sanitario nazionale efficace, efficiente e universalistico. Lo ricordano Giulio Formoso, vicepresidente della Associazione Alessandro Liberati, e Maria Chiara Bassi.
🥵Tra le conseguenze del caldo estremo provocato dal cambiamento climatico ci sarebbe anche l’aumento delle nascite pretermine. «Il dato è sicuramente da approfondire il prima possibile», commenta Domenico De Rose, neonatologo presso la Terapia Intensiva Neonatale all’ Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. «Durante la gravidanza, il corpo della donna subisce cambiamenti significativi, che aumentano la sensibilità agli sbalzi di temperatura. Questo fenomeno è dovuto ai cambiamenti ormonali e alle modificazioni nella circolazione sanguigna che caratterizzano questo periodo. Le variazioni che ne derivano possono alterare la capacità del corpo di regolare e sopportare il calore, rendendolo più suscettibile alle condizioni meteorologiche estreme». Tuttavia, il motivo per cui temperature elevate aumentano il rischio di una nascita pretermine non è ancora del tutto chiaro. Ne scrive Alessandra Tognolli.
Per sperimentare sugli animali è necessaria una serie di autorizzazioni, concesse solo dopo un’attenta valutazione. È questo percorso che permette di stabilire se l’uso di animali è davvero necessario, se il progetto rispetta tutte le leggi per tutelarne il benessere, se la ricerca rispetta il principio delle 3R (replace, reduce, refine) e così via. Research4life offre una panoramica delle norme in materia, vigenti in UE e in Italia, e della procedura richiesta per l’autorizzazione di un progetto di ricerca che richiede l’uso di animali.
Appuntamenti e segnalazioni
📖Che cosa sono e come si manifestano i conflitti d’interesse in medicina? Possono modificare in qualche modo i risultati delle ricerche a favore dei farmaci che vengono sperimentati? Possono influenzare il comportamento dei medici durante la prescrizione di un farmaco? Come riconoscerne le conseguenze nella lettura di un articolo scientifico? Le risposte a queste e altre domande in un ebook di Zadig con le notizie più recenti sul tema. I conflitti d’interesse in medicina, di Pietro Dri, 4,99 euro, disponibile in formato ePub e Kindle. Qui maggiori informazioni.
🗓️ Sabato 29 giugno dalle 9 alle 13 a Milano, all’Orto Botanico universitario “Città Studi” (via Golgi 18) Incontro con il Biochimico in un Giardino Segreto, esplorazioni scientifiche per piccoli geni e adulti curiosi, con laboratori interattivi e poster divulgativi. Qui maggiori informazioni.
🗓️ Martedì 2 luglio alle ore 18 all’Università di Padova, Aula "A. Rostagni" (Dipartimento di Fisica e Astronomia - Edificio Marzolo) Nuovi occhi sul cielo - I primi due anni del James Webb Telescope, con Adriano Fontana (INAF). Verranno ripercorse le fasi entusiasmanti che hanno portato alla costruzione del telescopio James Webb e illustrate, con il supporto delle bellissime immagini prodotte dal telescopio, alcune delle scoperte che ci ha regalato nei suoi primi due anni. Qui maggiori informazioni.
🗓️ Da mercoledì 3 luglio a venerdì 5 luglio all’Università Statale di Milano The Legacy of Feyerabend. Al centro dell’evento l’eredità di Paul Feyerabend, filosofo della Scienza, in occasione del centenario della nascita e a trent’anni dalla scomparsa. Una sessione speciale è dedicata a Giulio Giorello, a lungo ordinario di Filosofia della Scienza alla Statale, cui molto si deve per l’introduzione del pensiero di Feyerabend. Qui maggiori informazioni.
🗓️ Da venerdì 5 luglio a domenica 14 luglio a Buttrio (Udine), nella settecentesca Villa di Toppo Florio e nel suo parco secolare, quinta edizione di TreeArt Festival. Anche quest’anno, al centro della manifestazione un elemento di assoluta attualità per il delicato equilibrio tra ambiente, clima e crescita delle nostre città contemporanee: si tratta del suolo, che dà anche il titolo all’edizione. Qui maggiori informazioni.
Stamattina avrei dovuto correre, ma proprio non ne avevo voglia. Fa caldo, troppo caldo qui a Milano per correre, mi sono detto. Poi un potente senso di colpa mi ha ghermito, ma non sufficiente a farmi cambiare idea. Devo dunque ringraziare il nuovo report Lancet Countdown 2024 sul caldo e il cambiamento climatico, che ho appena finito di leggere, per il seguente passaggio: «Una regolare attività fisica è una componente fondamentale di uno stile di vita sano e sostenibile, ma l'esercizio fisico in condizioni di caldo torrido comporta il rischio di malattie legate al calore, come l'esaurimento da calore o il colpo di calore da sforzo. Quando fa caldo, l'attività fisica può essere soppressa o rimandata a momenti più freschi della giornata.»
A quel punto mi sono trascinato in soggiorno per accendere l’aria condizionata. Ma mi è sovvenuto un altro brano del report: «Sebbene sia efficace per prevenire le malattie legate caldo, l'aria condizionata contribuisce alle emissioni di gas serra, alle interruzioni di corrente, all'inquinamento atmosferico, agli effetti dell'isola di calore urbana, ai picchi di domanda di energia elettrica e alla povertà energetica, che si traducono in sostanziali co-malefici (co-harms)». Dal report ho appreso che il 16% delle abitazioni in Europa usa aria condizionata, e che il consumo di elettricità è di 159 Terawattora, per l’emissione di 45 megatonellate di CO2, che più o meno equivalgono alle emissioni annue della Bulgaria. Quindi non ho acceso l’aria condizionata e mi sono spostato nel parco più vicino, sotto l’ombra di un platano, che gratuitamente e assorbendo CO2 mi ha tenuto al fresco sotto la sua ombra per un’oretta. Al contrario del condizionatore, il verde è un co-beneficio, perché fa bene alla salute e al clima, come la bicicletta e l’insalata.
E potrei continuare con molte altre curiosità, piacevoli o raccapriccianti, che ci offre questo report, di cui consiglio la lettura. Puoi anche partecipare al webinar su Lancet Countdown organizzato dall’Associazione italiana di epidemiologia l’11 luglio dalle 16 alle 18. E non dimenticarti di leggere Scienza in rete, sempre sul pezzo su questi temi.
Premesso che considero l'articolo un valido contributo di discussione, cercherei di usare un metro di comunicazione più oggettivo. Intanto iniziamo col dire che quanto accaduto al campo sperimentale non ha rivendicazione, quindi affermare che l'accaduto, anche da noi (legambiente) condannato, sia avvenuto ad opera di attivisti (attivisti di che? boh) è affermazione gratuita. Si trovino e si perseguano i responsabili anzichè fare accuse a vanvera.
Poi eviterei, in articoli scritti da scienziati o divulgatori, la partigianeria che scivola nel cherry picking. E' il caso del report dell'articolo sui magnifici risultati et della crescita progressiva delle coltivazioni OGM che avrebbero ridotto l'uso di erbicidi. Ricordo solo un dato: delle 186 milioni di ettari coltivati OGM nel mondo, oltre 92, cioè la metà, sono di una sola specie: la soia, ogm per renderla resistente al glifosate. Grazie a questa meravigliosa mutazione, si può usare glifosate a volontà, anche in fase di crescita della soia. Il risultato è che, dove la soia OGM viene impiegata, i consumi di glifosate sono cresciuti dell'800%. Di quali magnifiche sorti et progressive stavamo parlando?
Anche sui costi ci sarebbe da fare i conti: un campo di soia in italia produce da 3 a 4 tonnellate di granella/ettaro. Come in Brasile. Il prezzo all'ingrosso è tra 400 e 500 euro/ton, quindi da un ettaro si ricavano tra 1200 e 2000 euro. I maggiori costi sono quelli per l'irrigazione. Come è possibile che l'OGM esprima un differenziale di valore di 1400 dollari/ettaro (rapporto tra 261 miliardi di dollari e 186 milioni di ettari)?
Il problema non è la tecnica, ma la sua inadeguata regolamentazione e impiego. Sono d'accordo che bisogna abbandonare l'ideologia. Ma bisogna farlo da ambo le parti, per trovare una sintesi che vada bene a tutti. Altrimenti si resta ciascuno nella propria trincea.