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Premesso che considero l'articolo un valido contributo di discussione, cercherei di usare un metro di comunicazione più oggettivo. Intanto iniziamo col dire che quanto accaduto al campo sperimentale non ha rivendicazione, quindi affermare che l'accaduto, anche da noi (legambiente) condannato, sia avvenuto ad opera di attivisti (attivisti di che? boh) è affermazione gratuita. Si trovino e si perseguano i responsabili anzichè fare accuse a vanvera.

Poi eviterei, in articoli scritti da scienziati o divulgatori, la partigianeria che scivola nel cherry picking. E' il caso del report dell'articolo sui magnifici risultati et della crescita progressiva delle coltivazioni OGM che avrebbero ridotto l'uso di erbicidi. Ricordo solo un dato: delle 186 milioni di ettari coltivati OGM nel mondo, oltre 92, cioè la metà, sono di una sola specie: la soia, ogm per renderla resistente al glifosate. Grazie a questa meravigliosa mutazione, si può usare glifosate a volontà, anche in fase di crescita della soia. Il risultato è che, dove la soia OGM viene impiegata, i consumi di glifosate sono cresciuti dell'800%. Di quali magnifiche sorti et progressive stavamo parlando?

Anche sui costi ci sarebbe da fare i conti: un campo di soia in italia produce da 3 a 4 tonnellate di granella/ettaro. Come in Brasile. Il prezzo all'ingrosso è tra 400 e 500 euro/ton, quindi da un ettaro si ricavano tra 1200 e 2000 euro. I maggiori costi sono quelli per l'irrigazione. Come è possibile che l'OGM esprima un differenziale di valore di 1400 dollari/ettaro (rapporto tra 261 miliardi di dollari e 186 milioni di ettari)?

Il problema non è la tecnica, ma la sua inadeguata regolamentazione e impiego. Sono d'accordo che bisogna abbandonare l'ideologia. Ma bisogna farlo da ambo le parti, per trovare una sintesi che vada bene a tutti. Altrimenti si resta ciascuno nella propria trincea.

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