Andare a 30 all'ora in città: non è una idea campata per aria, salva le vite e lo dicono i dati
Cronache della ricerca #302
Il limite di 30 km/h non è una fissazione antiautomobilistica sostenuta da ecologisti invasati. Come scrive Silvia Bencivelli, a dimostrare che salva davvero le vite sono i numeri. Eppure, mentre l’Europa rallenta in nome della vivibilità e della sicurezza, sulle strade italiane il Codice della Strada permette di continuare a correre - non appena il traffico lo consente. Insomma, con il nuovo Codice, ora all'esame del Senato, stiamo perdendo un'occasione per avere strade più sicure.
Come osserva Bencivelli, le associazioni per la sicurezza stradale hanno tutte il nome di qualcuno. Lorenzo, Michele, Sonia, Matteo: persone che avrebbero preferito intestarsi altro, semmai, e invece sono morte sulla strada. Eppure noi quell’evento continuiamo a chiamarlo “incidente”, come se non fosse evidente che tra un pedone e un automobilista la responsabilità dello scontro è quasi sempre dell’automobilista e a morire è quasi sempre il pedone. E continuiamo a parlarne come se si trattasse di disgrazie isolate e non di una strage quotidiana, prima causa di morte per i giovani in Italia e nel mondo. La più importante delle battaglie, la più attuale, è politica: ministro Salvini, abbassiamo la velocità sulle strade. Il limite di 30 km/h in città è sostenuto da indicazioni del Parlamento europeo e della Organizzazione mondiale della sanità - OMS, nonché dal Piano nazionale della Sicurezza stradale dello stesso ministero dei Trasporti.
🔬C’è correlazione tra la presenza di placche aterosclerotiche e micro- e nanoplastiche. In uno studio guidato dall’Università della Campania Luigi Vanvitelli e pubblicato sul New England Journal of Medicine i ricercatori hanno analizzato le placche aterosclerotiche di pazienti che si sono dovuti sottoporre a intervento, rilevando la presenza di micro- e nanoplastiche nel 58% dei casi. Inoltre, proprio i pazienti nelle cui placche erano state rilevate le plastiche erano coloro nei quali si aveva una maggior incidenza di ictus, infarto miocardico e morte nei mesi successivi. Sappiamo che la plastica è un enorme problema ambientale. Conosciamo anche alcuni dei suoi effetti nell’organismo, in particolare infiammazione e stress ossidativo; inoltre, molte delle sostanze usate come additivi per la plastica hanno effetti neurotossici, cancerogeni e d’interferenza endocrina. Tuttavia, non è ancora chiaro che cosa la loro presenza significhi in termini clinici: che cosa comporta l’accumulo di queste particelle? Da questo studio emerge una possibile risposta. Certo, “correlation is not causation”: la correlazione tra la presenza di plastica nelle placche e l’aumento del rischio cardiovascolare non prova che ne sia la causa. Possono entrare in gioco altre variabili, comprese lo stato generale di salute o l’esposizione a inquinanti. Tuttavia, il lavoro punta il riflettore su una correlazione la cui rilevanza apre la strada a ricerche mirate. Ne scrive Anna Romano.
🧬Un articolo pubblicato su Nature e firmato dai ricercatori del San Raffaele TIGET descrive una nuova forma di editing del genoma, che non agisce sulla sequenza di DNA, ma sfrutta i meccanismi epigenetici per silenziare i geni d'interesse. La tecnica, testata su modelli animali, ha il vantaggio di non modificare in modo permanente il genoma, e apre la strada a nuove prospettive di ricerca e, in futuro, applicazioni cliniche. Giuseppe Remuzzi, direttore dell' Istituto Mario Negri, e Isabella Santangelo spiegano su Scienza in rete perché è importante che la ricerca abbia trovato una nuova strada: se si trova il modo di spegnere un gene, se ne può esplorare la funzione. Finora però le due tecniche impiegate per silenziare stabilmente un gene - l’interferenza a RNA e l’uso di nucleasi artificiali - avevano limiti molto pesanti. I nuovi risultati aprono affascinanti prospettive di ricerca e applicazioni clinica, per esempio per l’immunoterapia dei tumori.
🦠“Superdiffusore”. Un termine che in seguito all’epidemia di Covid abbiamo imparato a conoscere tutti. Ma da dove nasce e che cosa significa esattamente? La risposta è meno facile di quello che potrebbe sembrare. Una Historical review pubblicata sul Lancet nell’ottobre scorso ha ripercorso l’articolata storia del termine superdiffusore (super spreader), esaminando i diversi contesti in cui si è affermato nella comunicazione su argomenti medici e riflettendo sulla sua natura e sul suo significato: dalla sua nascita, legata alla scoperta del contagio per via aerea, alla sua applicazione a malattie diverse, come quelle a trasmissione sessuale.
Una delle caratteristiche più rilevanti messe in luce dallo studio del Lancet è la diversità, e a volte la contraddizione, nella comprensione del termine. Non solo il suo significato cambiava tra gli studi, ma anche la sua funzione era radicalmente diversa in ciascuna disciplina, e ogni definizione è stata fortemente legata dalle esperienze e dalle preoccupazioni del suo tempo, fino ai nostri giorni. Ne scrive su Scienza in rete Natalia Milazzo.
😢Abbiamo appreso con molta tristezza della scomparsa di Frans de Waal, avvenuta il 14 marzo scorso. Su Scienza in rete avevamo dato spazio alle pubblicazioni del grande primatologo, noto sia per le sue straordinarie ricerche, soprattutto nell'ambito delle capacità morali, dell'empatia e delle emozioni tra gli animali, sia per il suo importante lavoro di divulgazione scientifica. Abbiamo voluto ricordarlo nel giorno in cui ci ha lasciato con l'intervista di Eva Benelli e Anna Romano che avevamo pubblicato in occasione dell'uscita del suo ultimo libro, Diversi. Le questioni di genere viste con gli occhi di un primatologo (Raffaello Cortina Editore).
È un intervento storico quello eseguito dai medici del Massachusetts General Hospital, che hanno per la prima volta trapiantato un rene di maiale, modificato geneticamente per evitare il rigetto, in un paziente vivo. L’ospedale dove è stato condotto l’intervento riporta le buone condizioni del paziente. È una pietra miliare per la medicina, che potrebbe aprire la strada alla salvezza di migliaia di persone in attesa di trapianto: nella sola Italia, per esempio, il Sistema Informativo Trapianti riporta a oggi una lista d’attesa di quasi 8.000 pazienti, per un totale di oltre 9.000 iscrizioni (alcune persone sono infatti in attesa di più di un organo). Eppure in Italia questo tipo di studi potrebbe essere bloccato, a causa del divieto di usare animali negli studi sia sulle sostanze d’abuso sia per gli xenotrapianti d’organo. Leggi l’articolo su Research4life.
Appuntamenti e segnalazioni
🗓️ Giovedì 28 marzo alle ore 17 webinar di Scienza in rete: presentiamo il nuovo libro di Silvia Bencivelli Il dubbio e il desiderio (Electa), dedicato alla figura di Eva Mameli Calvino, botanica e naturalista italiana, prima donna a conseguire la libera docenza in botanica in una università italiana. Botanica importante, ricercatrice e docente in un’epoca in cui alle donne scienziate era riservato uno spazio minimo e diffidente, ha vissuto una vita vivace e interessante tra la Sardegna, Cuba e la Liguria. Eva Mameli Calvino è stata anche la mamma del ben più celebre Italo, ma se è una donna meno raccontata di quanto si meriterebbe lo si deve al suo essere austera e riservata, mentre per anni è stata anche il punto di riferimento degli appassionati di giardinaggio. Per seguire basta collegarsi al sito di Scienza in rete.
🗓️Al via il 25 e 26 marzo a Milano il ciclo di seminari del progetto Jeanne Monnet Eurslam (Europe, European Integration and Muslim Presence) finanziato dall’Unione europea e promosso dal dipartimento di Studi storici e dal Corso di Laurea magistrale in Scienze storiche dell’Università Statale di Milano. Il progetto, che si svolgerà nell’arco di tre anni, mira ad analizzare l’interazione tra la presenza musulmana e le istituzioni dell’Europa comunitaria. Qui per maggiori info.
🗓️ Giovedì 28 marzo a Milano dalle ore 16.30 alle ore 18.00 presso la Biblioteca Parco Sempione in Viale Miguel de Cervantes workshop La biblioteca sostenibile, progetto avviato da Milano Cambia Aria con l’obiettivo di creare sinergie territoriali e rafforzare la consapevolezza dei cittadini sulle tematiche della sostenibilità. Qui per maggiori informazioni e per iscriversi.
Guarda che bel numero che abbiamo cucinato. Noi ci diamo molto da fare, facendo di necessità virtù con le poche risorse che abbiamo. Lo facciamo senza pubblicità, senza che nessuno ci possa tirare per la manica, per il colletto, o per il naso. Ma anche tu, lettrice, e anche tu, lettore, se leggi e apprezzi questa newsletter, datti da fare, autotassati, prodigati, stupiscici. E se supererai i 30 euro riceverai in omaggio il libro di Pietro Greco, Per una società della conoscenza.
Mi aspetterei una anali sulle percentuali di incidenti nelle città relativa a 40-50-60 km/h. Grazie
30 km/ora si superano anche in bicicletta. Le auto sono sempre più dorate di avvisi di pericolo di collisione o addirittura di frenata automatica.Viaggiare a passo di lumaca può creare disimpegno nella guida e disattenzione. È una misura anacronistica.