Perché oggi è importante raccontare come funziona la scienza. E anche la divulgazione.
Cronache della ricerca #295
Se doveste chiedere a dieci comunicatori della scienza qual è il fine per cui fanno il loro lavoro, otterreste undici risposte diverse. Quello che probabilmente troverà tutti più o meno d’accordo è che la comunicazione della scienza abbia una funzione sociale e che questa eserciti un effetto netto positivo. E si può convergere sull’idea che in una società permeata dalla conoscenza e dominata dagli sviluppi della scienza e della tecnica la diffusione di una cultura scientifica possa essere d’aiuto all’interpretazione della realtà. In questo articolo Ruggero Rollini propone due temi di riflessione, riassumibili in “raccontiamo i processi”. Un approccio che si declina in due modi: il racconto del processo scientifico e il racconto del processo divulgativo. Il racconto del processo scientifico può contribuire alla costruzione di un’idea di scienza più realistica e umana, aiutando la formazione di una cittadinanza scientifica attiva e consapevole. Il racconto del processo divulgativo (o metadivulgazione) può aiutare la lettura e l’interpretazione dei prodotti di comunicazione scientifica e – forse – a valorizzare e chiarire il ruolo dei professionisti della comunicazione scientifica.
🔎Nel mondo dell’editoria scientifica sta emergendo una nuova figura, a metà tra lo scienziato e il detective: il segnalatore di errori in articoli pubblicati su riviste scientifiche. Si chiama whistleblower, ma non è una talpa e nemmeno una gola profonda, perché svolge l’attività di controllo alla luce del sole con un lavoro metodico, a volte lungo e complesso. L’emergere di questa figura rispecchia i problemi, anche di vecchia data, ma in continuo peggioramento, delle pubblicazioni scientifiche, in conseguenza dei quali le ritrattazioni vanno aumentando, anche per riviste autorevoli. Gli errori sono a volte involontari e frutto di disattenzione; altre volte, invece, vi sono vere e proprie manipolazioni, deliberate e fraudolente. A ciò si aggiunge un problema decisamente più recente: la vendita della possibilità di porre la propria firma su articoli, da pubblicare su riviste più o meno autorevoli. La diffusione degli strumenti di IA generativa aggraverà il problema, fornendo più modi per produrre rapidamente testi e dati falsi in grado di eludere gli attuali metodi di rilevamento. Per questo diversi gruppi editoriali hanno costituto UNITED2ACT, un gruppo internazionale che lavora per affrontare la sfida collettiva delle fabbriche di articoli nell'editoria accademica.
Patrizia Caraveo analizza il fenomeno, riportando alcuni degli esempi più eclatanti.
🍝Nel quartiere popolare del Quarticciolo di Roma è nato uno sportello di ascolto nutrizionale gratuito, gestito da nutrizionisti volontari, che il martedì dalle 18 alle 20 mettono a disposizione le proprie competenze affinché la salute alimentare torni a essere un bene comune. L’approccio è quello della “cordialità nutrizionale”, ovvero «evitiamo di essere troppo rigidi o estremi» spiega Mauro Serafini, docente di nutrizione umana all’Università di Teramo e ideatore del progetto: «Chiaramente promuoviamo le classiche raccomandazioni per una sana alimentazione, ma cerchiamo di adattarle al contesto che troviamo, considerando le diverse situazioni di partenza, non a caso il motto dello sportello è “affinché di cibo si goda e non si soffra”». Che l’alimentazione e salute siano strettamente connesse è un dato di fatto: la World Health Organization annovera un'alimentazione non sana e la mancanza di esercizio fisico tra i principali rischi globali per la salute. Eppure il diritto a una dieta bilanciata non è sempre garantito, sia in termini di disponibilità di risorse che di educazione nutrizionale, neanche a 7,8 chilometri dal Colosseo.
Ne scrive su Scienza in rete Camilla Orlandini.
Impiegare materiali biomimetici, che simulano il tessuto osseo umano, per il trasporto e la somministrazione dei farmaci per il trattamento delle metastasi ossee, unendo così la terapia farmacologica anticancro alla presenza di una struttura di supporto per l’osso danneggiato dal tumore. Un metodo che accoppia la terapia alla mitigazione del danno. A questo mira il progetto Dinamica 2.0, guidato dall’IRST Dino Amadori IRCCS di Meldola (FC), in partenza quest’anno, che prosegue il precedente progetto Dinamica e unisce competenze fortemente multidisciplinari. Su Research4Life il racconto della sua strategia e dei suoi obiettivi.
Appuntamenti e segnalazioni
🗓️ Lunedì 5 febbraio alle ore 15 a cura del Museo della Filosofia dell’Università degli Studi di Milano in via Festa del Perdono 7, si inaugura la mostra Complottismo, fake news e altre trappole mentali. La mostra propone, attraverso attività pratiche e ludiche, un percorso interdisciplinare sulla (dis)informazione, tra filosofia, psicologia, scienze sociali, storia e letteratura. Qui maggiori informazioni.
🗓️ L’8 e 9 febbraio torna al Museo di Storia naturale di Milano il Darwin Day, giunto alla sua ventunesima edizione milanese: quest’anno si interroga sui grandi temi delle origini della nostra specie e della sua evoluzione e sui molteplici percorsi intrapresi nel corso di questa straordinaria narrazione. Qui il programma completo, trasmetteremo la diretta in streaming sul sito e sul canale YouTube di Scienza in rete.
🗓️ Venerdì 9 febbraio alle 18.30 a Milano alla libreria Orti Letterari di via Orti 19 presentazione del libro Io le patate le bollo vive - Ricerca, sperimentazione animale, vita. I due autori Giuliano Grignaschi e Roberto Sitia dialogano con Luca Carra.
🗓️ Lunedì 19 febbraio a Milano al Teatro Pacta in via Ulisse Dini 7 dalle 18.30 alle 20.00 si terrà la premiazione del contest di testi teatrali L’Ambiente in un Atto, promosso da Legambiente in collaborazione con il Teatro Pacta di Milano. La premiazione sarà seguita dalla lettura scenica dei tre testi vincitori. Qui maggiori info.
🍎Il Network Italiano di Evidence-based Prevention (NIEBP) è una rete di centri di ricerca e documentazione che coopera per dare supporto alle attività di prevenzione delle Regioni. Suo compito primario è rendere disponibili le evidenze di efficacia in materia di prevenzione rispetto ai problemi prioritari di salute. Il network è costituito da centri di ricerca e di documentazione che operano nell’ambito della valutazione di efficacia degli interventi e delle politiche di prevenzione. Sul sito www.niebp.com sono disponibili le sintesi delle evidenze sull’efficacia dei più importanti interventi di prevenzione e altro materiale utile.
Comunicare la scienza: spiegandone non soltanto i risultati, ma anche i processi. Ne parla su questo numero Ruggero Rollini, che suggerisce come il racconto del processo scientifico e il racconto del processo divulgativo possano integrarsi, per promuovere una migliore comprensione critica e attiva della scienza. Una riflessione di cui c’è molto bisogno, se pensiamo anche al recente annuncio dato da Elon Musk del primo impianto di un chip wireless in un cervello umano, ripreso con enorme risalto su tutti i media. Una comunicazione fatta in prima persona dal finanziatore del progetto, su un social media di sua proprietà, in assenza di qualsiasi pubblicazione scientifica a sostegno, con toni che più che alla comunicazione scientifica obiettivamente sembrano appartenere al campo del marketing. Che approccio critico potremo mai avere a questo presunto, ma si spera reale, avanzamento nel campo del Brain-Computer Interface? Questo, direi è un ottimo esempio di come non fare divulgazione scientifica. Torneremo sull’argomento, e ovviamente anche sulla consistenza scientifica di quanto annunciato dal padrone di Neuralink.
Nella comunicazione scientifica a me risulta una sistematica assenza della citazione dell’errore associato al risultato scientifico, dei metodi impiegati e del contesto. A mio parere una affermazione si può definire scientifica se e soltanto se è calcolata la probabilità che sia sbagliata e il contesto (siano definite le “condizioni al contorno”).
La situazione è particolarmente grave nel campo biomedico dove le metodologie impiegate sono spesso lontane dal rigore metodologico necessario perché si possa calcolare l’errore e si assume un modello biomedico di salute trascurando i determinanti sociali, “cause dietro le cause”.