Diversi giornali hanno riportato il progetto annunciato dal ministero della Salute di realizzare una rete di “superospedali”, destinati a potenziare l’assistenza sanitaria soprattutto al Sud. Queste strutture, dotate di status speciale e finanziamenti statali, avrebbero lo scopo di frenare la mobilità sanitaria e a offrire cure di alta complessità. Ma ha senso prevedere una categoria di ospedali di riferimento nazionale cui riconoscere uno status particolare? E la previsione di alcuni nuovi ospedali di questo tipo nelle Regioni del Sud potrebbe davvero frenare la mobilità passiva, cioè la tendenza degli abitanti a spostarsi altrove per farsi curare? La risposta, secondo Claudio Maffei, medico ed esperto di sistemi sanitari, è no, in entrambi i casi. Semmai, per rispondere in modo efficace alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale, la priorità dovrebbe essere la razionalizzazione della rete ospedaliera esistente, piuttosto che la creazione di nuove strutture.
📖Il vero rischio per l’Italia oggi non è l’immigrazione, ma una nuova ondata di emigrazione, che riguarda in primo luogo i giovani, molti dei quali laureati. Descrive il fenomeno Alessandro Foti, ricercatore italiano che lavora al Max Planck di Berlino, che nel recente saggio Stai fuori! Come il Belpaese spinge i giovani ad andare via (edizioni Dedalo) allinea molti dati e numeri a sostegno di questo quadro. Molti giovani formati lasciano l’Italia, a senso unico, ovvero non compensati dall’arrivo di giovani provenienti dagli altri Paesi europei: questo drena le risorse del Paese e lo priva delle energie indispensabili allo sviluppo. L’emorragia di giovani è un segnale d’allarme importante, che mette a nudo la mancanza di attrattività del nostro Paese, specialmente nel campo della ricerca, e che, se ancora trascurato, condanna l’Italia a non avere un futuro. Ha letto per noi il saggio Natalia Milazzo.
📷Cosa succede quando un luogo naturale diventa virale sulle piattaforme social? Troppo spesso, nulla di buono: da quando abbiamo gli smartphone e social per mostrare i nostri scatti in tempo reale, le foto naturalistiche, soprattutto se diventano popolari, possono contribuire a un sovraffollamento in luoghi sensibili, con impatti negativi su piante, animali e habitat protetti. E anche alcuni rischi per gli stessi turisti. Ma i social media hanno anche un’altra faccia, spiega Laura Scillitani, perché se usati nel modo corretto possono contribuire alla conservazione dell’ambiente senza impedirci di condividere un bello scatto.
🐭Nella narrativa degli attivisti, i ricercatori trascurano i metodi alternativi a favore dell'uso degli animali. Ma le cose non stanno così. La ricerca ne sviluppa di sempre più sofisticati: culture 3D, organoidi, organ-on-a-chip... C’è però un problema di validazione: un gruppo di ricerca può sviluppare un nuovo metodo alternativo e descriverlo su una pubblicazione scientifica. Ma questo non è sufficiente a garantire che il metodo realizzato dia risposte affidabili e riproducibili. Per questo non può essere automaticamente utilizzato nei test regolatori obbligatori per legge, per esempio per registrare un nuovo farmaco. Come si valida allora un metodo alternativo? Research4Life ne ha parlato con Milena Mennecozzi, ricercatrice all’Eurl Ecvam, centro di riferimento europeo per i test alternativi a quelli su animali.
🥲Se non ci avesse lasciato troppo presto nel 2012, nel 2024 il medico e ricercatore Alessandro Liberati avrebbe compiuto 70 anni. Noi di Zadig/Scienza in rete abbiamo voluto chiudere l’anno appena trascorso con un ricordo del suo spessore umano e intellettuale, cercando di mettere in luce il lavoro comune e il segno che le riflessioni di Alessandro hanno lasciato nella cultura medica e sanitaria del nostro Paese. Ne scrive in questo articolo Natalia Milazzo.
Segnalazioni e appuntamenti
🗓️ Lunedì 13 gennaio a New York, all’Istituto Italiano di Cultura,
686 Park Avenue, How to Explain Human Action?, workshop su temi relativi alla produzione scientifica di Riccardo Viale, professore Ordinario di Scienze Comportamentali ed Economia Cognitiva e Presidente del Behavioral Insights Bicocca (BIB) al Dipartimento di Economia della Università di Milano Bicocca. Qui maggiori informazioni.
🗓️ Giovedì 16 gennaio ore 18.30 Il cielo in salotto, Osservazione di Marte e altre sorprese, diretta EduINAF dai telescopi italiani dell’INAF. Con le osservazioni di Marte, Giove, Urano e molto altro da Bologna (Loiano), Palermo e Roma. Qui maggiori informazioni.
🗓️Venerdì 17 gennaio a Milano, alle ore 17.00 alla Fondazione Bracco - Teatrino di Palazzo Visconti, via Cino del Duca 8, Amalia Ercoli Finzi, professoressa emerita al Politecnico di Milano, dialoga con l’astrofisica Patrizia Caraveo sul suo recente saggio Ecologia spaziale - Dalla Terra alla Luna a Marte. Qui maggiori informazioni.
🗓️Martedì 4 e mercoledì 5 febbraio a Milano, Università degli Studi, corso di formazione Fisv - Federazione italiana Scienze della Vita per i giovani ricercatori: Advanced Technologies in Single Cell Omics. Il corso, che si può seguire anche online, si propone di promuovere la crescita delle competenze nel settore, offrendo a giovani ricercatori, postdoc e dottorandi l’opportunità di sviluppare una progettualità più efficace e di avvicinarsi al meglio alle tecnologie e alle piattaforme disponibili in Italia e all’estero. Qui maggiori informazioni.
🏆Scade domenica 16 febbraio il termine per presentare gli elaborati (video e podcast) e partecipare alla seconda edizione del Premio Nazionale Rossella Panarese per la divulgazione scientifica sui temi legati allo spazio, bandito dall’Associazione Donne fra le stelle. Scopo del premio è quello di mantenere vivo il ricordo della giornalista Rossella Panarese, ideatrice e curatrice di Radio3 Scienza, e la sua grande attenzione per argomenti riguardanti l’astrofisica, l’astronautica e le attività aerospaziali. Qui maggiori informazioni.
Nasce ad Amburgo nel 1954, si sposta con la famiglia in DDR perché il padre, pastore luterano, vuole evangelizzare chi ne ha più bisogno. E così quando nel 1961 Berlino Est diventa a tutti gli effetti una prigione con l’erezione del muro, Angela Kasner ricorda il senso di terrore assoluto: “Domenica 13 agosto iniziò la costruzione del muro nel centro di Berlino. Mio padre celebrò come sempre la funzione religiosa. Io ero presente, e non lo dimenticherò mai. Un terrore assoluto dilagava ovunque, le persone piangevano. Mia madre era disperata. Non sapeva quando avrebbe potuto rivedere Gertrud e Gunhild ad Amburgo, mentre mio padre era sconfortato perché parte della sua città natale era ormai inaccessibile. Era successo qualcosa che superava ogni fantasia. La città in cui aveva visto la luce era spaccata in due da un muro. E non solo Berlino, ma anche l’intero Paese”.
Ma la ragazza non si scoraggia, dopo le scuole dell’obbligo approda a Lipsia per studiare Fisica. Perché, come dice lei, in DDR possono imporre la loro verità in ogni campo, ma in matematica e fisica è già più difficile.
Essendo di famiglia credente, Angela non potrebbe iscriversi all’università, a meno che non partecipi alla gioventù comunista, cosa che quindi decide di fare. Si sottopone suo malgrado anche alle lezioni sul materialismo dialettico e il marxismo scientifico, necessarie per poter sostenere gli esami. Angela si laurea e poi si addottora in fisica quantistica, trova un lavoro all’Accademia delle scienze di Berlino nel campo della fisica-chimica degli idrocarburi. Nel 1977 si sposa con il collega fisico Ulrich Merkel, dal quale divorzia quattro anni dopo pur mantenendone il cognome. Una cosa ormai le è chiara: per quanto ami la ricerca, si sente più attratta dalla politica. Quando finalmente il 9 novembre 1989 cade il Muro, lei è già attiva in una formazione cristiana di centro che poi confluirà nella CDU. In poco tempo Angela succede a Helmut Kohl alla presidenza del partito, e nel 2005 diventa cancelliera battendo alle elezioni l’SPD di Gerard Schröder. Dopo 16 anni e quattro governi che la vedono sempre al comando, nel 2021 si ritira dalla politica.
In montagna c’era poca neve e quindi ho passato i giorni di festa immerso nella lettura delle 700 pagine della autobiografia di Angela Merkel, intitolata Libertà. Che dire? Straordinario il suo impegno per dare basi più solide all’Europa, con l’impulso, come presidente del Consiglio europeo, all’approvazione del trattato di Lisbona nel 2007, da cui nacque l’Unione europea. Notevole il suo sforzo per portare l’investimento in ricerca scientifica nel suo paese dal 2 al 3,50 del PIL (noi siamo fermi intorno all’1,4 da vent’anni). Emozionante il suo via libera a un milione di profughi siriani in fuga dal paese devastato, perché, per citare la sua frase più celebre, “Wir schaffen das” (ce la faremo). Memorabili le sue spiegazioni al popolo tedesco delle nozioni basilari di epidemiologia durante la pandemia, e delle ragioni in favore di lockdown e vaccinazione. Interessante anche il modo in cui ha cercato di gestire la prima crisi ucraina, con gli accordi di Minsk, che però non hanno potuto evitare l’invasione russa nel 2014, e successivamente quella iniziata il 22 febbraio 2022 per “finire il lavoro”. Per molte pagine l’ex cancelliera si arrovella su quello che si sarebbe dovuto fare per contenere l’espansionismo russo - non ultimo l’aumento degli investimenti in difesa che non è mai riuscita a realizzare con la sua ministra Von der Leyen - e per difendersi dalle accuse di intelligenza con Putin, come il rifiuto nel 2008 di consentire l’entrata dell’Ucraina nella NATO.
Ciò che alla fine resta dalla lettura, è l’incessante scrutinio delle proprie scelte che probabilmente le deriva dai suoi studi scientifici, e la disponibilità a riconoscere gli errori; il prevalere del senso di Realpolitik e il rifiuto ostinato ad “affidarsi al principio della speranza se non sono convinta”, come nel caso delle riaperture precoci dopo le ondate pandemiche. La semplicità di vita, il cameratismo con le onnipresenti aiutanti, fra le quali spicca Beate Baumann, coautrice del libro. Se vogliamo anche la declinazione femminile del suo tignoso conservatorismo teutonico.
Per quanto si possa essere più o meno d’accordo con lei, è difficile non sentirne la mancanza in questo momento storico. Schaffen wir das, Frau Merkel?
Complimenti al Dr. Claudio Maffei per la acuta analisi sui c.d. Super ospedali, che condivido anche conoscendo x “motivi di servizio” i fautori…e lui x colleganza studentesca (se ricorda)
Se non si ristruttura tutta la rete sanitaria- dai medici di base alle eccellenze specialistiche- non e ne esce.
A Milano gli specialisti se ne stanno andando nelle strutture private. E non torneranno indietro.