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Le premesse sono false. Non parliamo poi delle soluzioni. L'idea che gli agricoltori insorgano contro la Rivoluzione Verde è solo nella mente (interessata) di chi la ipotizza. Non a caso i provvedimenti presi dai governi e dalla Commissione vanno in senso opposto col rinvio delle restrizioni sugli agrofarmaci. Ma non è vero che gli agricoltori chiedono di usare più agrofarmaci: chiedono di poter competere ad armi pari con gli altri produttori. Da un quarto di secolo la UE vieta le biotecnologie in agricoltura (e chissà quando farà una vera apertura alle tecniche del genome editing). Il miglioramento genetico è la prosecuzione virtuosa della Rivoluzione Verde, basata sulla genetica possibile quando ancoro non si conosceva il DNA. Il miglioramento genetico vegetale è il miglior sistema per abbattere l'impiego degli agrofarmaci (che sono egualmente inquinanti sia per agricoltura tradizionale che per agricoltura biologica. Ripeto: egualmente inquinanti e tossici per l'ambiente, i suoli, le api, etc.). Se l'UE, o meglio gli stati nazionali, vietano l'impiego delle biotecnologie, i nostri agricoltori devono competere con una mano legata dietro la schiena e guarda caso perdono.

Ma è davvero imbarazzante leggere che gente sui trattori (la meccanizzazione è parte integrante della Rivoluzione Verde) rinnega i suoi genitori. Al contrario. Stanno chiedendo di produrre cibo, non di coltivare siepi, pipistrelli o arredare il paesaggio. E hanno già ottenuto di poter coltivare quel 4% di suolo che volevano vietargli di coltivare.

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