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La questione della presenza di "supporti" economici per la realizzazione di convegni di carattere scientifico (nella maggior parte dei casi) non è nuova. Basti pensare al settore del farmaco dove non è infrequente trovare convention sponsorizzate dalle stesse aziende farmaceutiche dove si dibatte sull'utilità e/o efficacia di un determinato medicinale (magari prodotto proprio dall'azienda sponsor dell'evento). Il problema si pone anche per le pubblicazioni (mi riferisco ovviamente a quelle di maggior spessore come BMJ, NEJM, Lancet, Science ecc.) nelle quali i panel di esperti che collaborano con la redazione o che presentano i propri studi, devono comunque dichiarare eventuali collaborazioni con le aziende chiamate in causa dalla ricerca di cui si tratta nelle pagine della pubblicazione. Sarebbe forse opportuno anche per chi si occupa di altre problematiche (quello delle variazioni climatiche è certamente suscettibile di forme di "inquinamento") dichiarare i loro possibili legami con questa o l'altra azienda i cui comportamenti sono oggetto del dibattito congressuale. La soluzione non è perfetta, né ha risolto i tanti problemi legati alle partnership scientifiche con il settore produttivo. Però in qualche maniera può contribuire a una maggiore trasparenza, essenziale in un ambito tanto delicato.

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