Gentilissimi, come sempre i vostri articoli sono di grande interesse, rilanceremo questo articolo specifico sui rischi legati alla crisi climatica. Come Associazione non abbiamo competenze relative all'analisi delle cause, ma certamente è di nostro primario interesse l'approccio proattivo alla gestione dei Rischi. Per noi come Associazione la Prevenzione è una necessità ed il confronto con i Politici ed i Media è fondamentale per cercare di avere un reale impatto positivo. Grazie e a presto. F.Santi Presidente di AIAS (Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza).
Cari, quando ricevo Scienza in Rete la leggo sempre con interesse, anche se non sempre concordo.
Questa volta vi mando un feed. Non ho certo sposato la tesi che le attività umane non abbiano a che fare con il clima, ma una condizione perché le conoscenze scientifiche possano progredire è non sopprimere le posizioni critiche rispetto a narrazioni correnti (specie quando le critiche sono scientificamente supportate, e avanzate da chi fa espresso riferimento al metodo scientifico).
Purtroppo l’attuale narrazione sul clima mostra un rifiuto crescente di un sano confronto scientifico con voci anche critiche (come è stato ed è tuttora rispetto alla gestione della pandemia, dove, a differenza degli effetti sul clima, le mie competenze sono elevate)…
Che nel 2022 si sia verificato in Italia un eccesso di 18.000 morti a causa del caldo mi pare poco plausibile, anche alla luce delle considerazioni di Alessandro Bagnato https://sfero.me/article/-eccesso-mortalita-colpa-clima-istat, critiche con l’Istat per i motivi che mi sembra abbia ben documentato.
L’enfasi sulla “minaccia del caldo” mi sembra almeno in parte strumentale
• sia a giustificare il consenso ad accelerare la transizione energetica, che reputo necessaria, ma da contemperare con ragionevolezza con altri nostri legittimi interessi nazionali (non ho approfondito quest’ambito di discussione, che mi pare comunque legittimo e non da censurare)
• sia a distogliere da verifiche su possibili responsabilità anche delle inoculazioni vaccinali COVID ripetute (terreno, invece, dove mi sentirei di sostenere un dibattito scientifico, se Scienza in Rete lo volesse ospitare)
I Media devono rompere la censura che attornia il mondo delle ARPA, le agenzie regionali di protezione dell'ambiente, dove piu' di 1000 lavoratori pubblici fra biologi, chimici e fisici non hanno nessun contratto nazionale di lavoro, sono "invisibili" e non viene riconosciuto loro il ruolo sanitario previsto dalla legge. E la situazione è già scivolata nei tribunali.
Gentilissimi, come sempre i vostri articoli sono di grande interesse, rilanceremo questo articolo specifico sui rischi legati alla crisi climatica. Come Associazione non abbiamo competenze relative all'analisi delle cause, ma certamente è di nostro primario interesse l'approccio proattivo alla gestione dei Rischi. Per noi come Associazione la Prevenzione è una necessità ed il confronto con i Politici ed i Media è fondamentale per cercare di avere un reale impatto positivo. Grazie e a presto. F.Santi Presidente di AIAS (Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza).
Cari, quando ricevo Scienza in Rete la leggo sempre con interesse, anche se non sempre concordo.
Questa volta vi mando un feed. Non ho certo sposato la tesi che le attività umane non abbiano a che fare con il clima, ma una condizione perché le conoscenze scientifiche possano progredire è non sopprimere le posizioni critiche rispetto a narrazioni correnti (specie quando le critiche sono scientificamente supportate, e avanzate da chi fa espresso riferimento al metodo scientifico).
Purtroppo l’attuale narrazione sul clima mostra un rifiuto crescente di un sano confronto scientifico con voci anche critiche (come è stato ed è tuttora rispetto alla gestione della pandemia, dove, a differenza degli effetti sul clima, le mie competenze sono elevate)…
Sui morti da caldo vi segnalo un importante articolo su Lancet https://www.thelancet.com/journals/lanplh/article/PIIS2542-5196(23)00023-2/fulltext, che mostra che, in base a fonti ufficiali, in media nelle città Europee ≥50.000 abitanti il freddo ha fatto nei 20 anni dal 2000 al 2019 oltre 10 volte più morti del caldo tra gli adulti >20 anni (e 4,5 volte più morti in Italia, dove la Table 2 riporta un eccesso medio annuo di 23.283 morti per freddo e 5.034 per caldo). Anche se poi il grafico nella pagina successiva altera gli assi di riferimento, dando al lettore l’impressione distorta che non ci sia tutta questa differenza a svantaggio del freddo… https://boriquagato.substack.com/p/the-cold-facts-about-heat-deaths?utm_source=post-email-title&publication_id=323914&post_id=135468081&isFreemail=true&utm_medium=email
Che nel 2022 si sia verificato in Italia un eccesso di 18.000 morti a causa del caldo mi pare poco plausibile, anche alla luce delle considerazioni di Alessandro Bagnato https://sfero.me/article/-eccesso-mortalita-colpa-clima-istat, critiche con l’Istat per i motivi che mi sembra abbia ben documentato.
L’enfasi sulla “minaccia del caldo” mi sembra almeno in parte strumentale
• sia a giustificare il consenso ad accelerare la transizione energetica, che reputo necessaria, ma da contemperare con ragionevolezza con altri nostri legittimi interessi nazionali (non ho approfondito quest’ambito di discussione, che mi pare comunque legittimo e non da censurare)
• sia a distogliere da verifiche su possibili responsabilità anche delle inoculazioni vaccinali COVID ripetute (terreno, invece, dove mi sentirei di sostenere un dibattito scientifico, se Scienza in Rete lo volesse ospitare)
Alberto Donzelli
I Media devono rompere la censura che attornia il mondo delle ARPA, le agenzie regionali di protezione dell'ambiente, dove piu' di 1000 lavoratori pubblici fra biologi, chimici e fisici non hanno nessun contratto nazionale di lavoro, sono "invisibili" e non viene riconosciuto loro il ruolo sanitario previsto dalla legge. E la situazione è già scivolata nei tribunali.